I numeri definitivi di “Monumenti aperti” ancora non ci sono. Perché alcuni siti hanno mandato in ritardo i registri delle presenze. E perché, vista la particolarità di questa edizione, non è stato possibile censire tutti i visitatori. Difficile contare le persone che hanno assistito al concerto di “Suono al civico” a Villanova. O chi ha visto le tessitrici di Pirri o le persone che sono entrate nelle occasionali pinacoteche ospitate nelle case del vecchio borgo di Sant'Elia. E non è stato neanche registrato chi ha visitato la città a bordo dell'open bus del Ctm. Il segnale di un successo ma anche del fatto che il concetto di monumento sta cambiando. «Anche i racconti su Sergio Atzeni o sull'ostetrica che ha fatto nascere mezza Pirri», conclude soddisfatto Fabrizio Frongia, «sono “monumenti immateriali” e meritano di essere conosciuti». ( mar.co. )