La politica può aspettare, il Paese no. Maurizio Landini, segretario della Fiom Cgil, smentisce ancora una volta le voci che lo danno vicino a un'alleanza elettorale con Pippo Civati, fresco dissidente del Pd, ma ribadisce la necessità di colmare il vuoto lasciato dalla sinistra odierna creando un movimento che parta dal basso e metta al centro del proprio programma i lavoratori. «Il mio ruolo è quello del sindacalista. È ciò che faccio ed è ciò che farò anche un futuro - ha spiegato a margine dell'incontro di ieri mattina con gli alunni dell'Istituto ragionieri Martini di Cagliari - solo uno sciocco penserebbe che non si può avere un ruolo politico dalla mia posizione. Oggi la differenza importante è tra politica e partiti. Vogliamo sottolinearla chiamando a raccolta associazionismo e movimenti che non si sentono più rappresentati in Parlamento».
I due giorni in Sardegna di Landini iniziati giovedì a Nuoro si sono conclusi davanti a un centinaio di studenti. Due ore di confronto per parlare di lavoro, futuro e speranza. Ma non sono mancate le frecciate al Governo e le critiche puntuali alla riforma del Lavoro targata Renzi. «Vedo una crisi della democrazia che mi fa paura - ha spiegato il numero uno della Fiom - dove i diritti del lavoro, conquistati in anni di dure lotte sindacali, vengono spazzati via senza un confronto con le parti sociali». Infine un appello ai giovani, membri della futura classe dirigente. «Non perdete la speranza, né la voglia di combattere. Le uniche armi che avete per cambiare il presente e garantirvi un avvenire migliore».
Luca Mascia