Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, rinascita vicina

Fonte: L'Unione Sarda
27 aprile 2015

Nel quartiere privo di molti servizi il litorale sta mutando aspetto

I residenti: ma ci sentiamo ancora abbandonati 

Con tanta immaginazione ha l'aria di Santa Monica, California, almeno per la distesa di spiaggia. Il Poetto ci sta provando, a rinascere, e sul litorale sta comparendo una piccola Venice Beach tra erbetta su mattonelle a cubetti, sabbia senza amianto, chioschi all'ultimo grido da città sull'Oceano. Gli abitanti di questo quartiere invaso dal sale che tappa le serrature, aspettano con ansia il gran bel litorale ma intanto, fanno sapere tramite il comitato di quartiere, dietro la facciata resta una foto sbiadita degli anni Sessanta, perché dietro la via del mare strade e marciapiedi non vedono cure da cinquant'anni e «noi continuiamo a sentirci abbandonati».
RETE DEL GAS L'elenco di ciò che non va è lungo. «A cominciare dalla rete del gas: continuiamo a non averla. Eppure potremmo risparmiare le nostre spese del quaranta per cento», dice Gianluca Mirasole, ingegnere, da vent'anni residente al Poetto. L'amministrazione comunale ha promesso di provvedere. Ma la paura è che, arrivato il gas nella via principale, restino sprovviste le strade interne del quartiere. Dove non c'è una scuola per i bambini: l'ultima è scomparsa tanto tempo fa e al suo posto è sorto un centro bocciofilo. La più vicina è al Quartiere del Sole. «E come è possibile che le strisce pedonali sorgano in curva a ridosso degli incroci?», lamenta Mariella Busetto, residente con la famiglia da 67 anni. «I marciapiedi più o meno vennero realizzati allora e non sono più stati toccati». Sono diventati terra e pietre. «E continuo ad inciampare».
BUCA In via Rodi, racconta Luciana Atzori mentre passeggia con il suo cagnolino, «mio figlio cadde venticinque anni fa in una buca che c'è ancora». Marciapiedi più pericolosi che altro. Così qualcuno si è sentito anche in diritto di usarli come parcheggi per le auto. «E adesso che arriva l'estate si riempiranno, e tutto sembrerà normale», azzarda Atzori. I parcheggi reali ora hanno delle strisce gialle. «Ma nessuno li rispetta, non c'è alcun controllo». Solo un'auto su dieci ha il pass da residente. Tra loro i cassonetti, che a piacimento vengono spostati qui e là per la via. Nel frattempo i ragazzi aspettano il pullman davanti all'unico market della zona. Ora però non è più possibile neanche comprare una bottiglia d'acqua. L'unico servizio, il supermercato appunto, è ora chiuso, resiste la farmacia, ma «se qualcuno deve prelevare del denaro, magari all'uscita da un bed and breakfast, ed è senza mezzi, come fa?», fa presente Mirasole.
OMBRELLONI Giusto un minuto e due ragazze si fermano in auto, abbassando il finestrino. «Scusate, arriviamo da Pula, possibile che qui non ci sia una tabaccheria?». Sara Innocenti, residente da un anno, spera «di vedere in estate almeno qualche venditore di ombrelloni: è l'unico litorale d'Italia dove non si trovano canotti e salvagenti». Basta avvicinarsi alla zona lunapark per scorgere il degrado. La vecchia pizzeria “Il cavalluccio marino” è un edificio pericolante dal quale è bene stare alla larga. Gli unici frequentatori sono dei rom che la notte accendono un fuoco lì davanti e fanno festa. Sono cinque le roulotte colorate parcheggiate: hanno messo su una comunità.
RITROVO Poco più in là i camioncini parcheggiati dei caddozzoni con un bagno chimico dietro da dividere, sono un'altra questione che andrà prima o poi affrontata. Con l'aria pregna d'olio, invitante quanto invadente, gli abitanti del Poetto chiedono anche più controlli, ma anche che diventi un ritrovo culturale, «un'opportunità di organizzare eventi e non un ritrovo solo per il mare o per la vita notturna», dice Andrea Marcialis de “Lo spiedo sardo”. Per ora il litorale diventa bello, con qualche caditoia troppo sopraelevata per lasciare tranquilli gli sportivi coi rollerblade. Ma bello. La speranza è che presto si intervenga su tutto il quartiere. Immaginando Santa Monica.
Virginia Saba