Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il consiglio regionale ricorda i partigiani

Fonte: La Nuova Sardegna
22 aprile 2015

Oltre quattrocento studenti da tutta l’isola a Nuoro per il settantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo


di Paolo Merlini

NUORO «Vorrei potervi descrivere, settant’anni dopo, cos’è stato per noi il 25 aprile 1945, ciò che provammo: fu una festa, un momento indimenticabile della nostra storia. Magico. Ed è giusto che si celebri questa giornata chiamandola Festa della Liberazione, perché esattamente ciò rappresentò per noi e per l’Italia dopo anni e anni di repressione fascista: una festa appunto». Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, ha 93 anni ma conserva intatto l’animo del ventenne che l’8 settembre 1943 non ebbe dubbi su come schierarsi. «Vent’anni rappresentano l’età delle scelte – dice davanti ai quattrocento studenti arrivati all’Eliseo dalle principali città della Sardegna – e la mia, come quella di tanti altri giovani, fu una scelta istintiva. Non fu dettata da motivi ideologici, perché idee politiche non ne avevamo, ma unicamente dal desiderio di libertà». Il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau ha voluto celebrare il settantesimo anniversario della Liberazione a Nuoro, al di fuori dall’atmosfera istituzionale dell’aula di via Roma a Cagliari, convinto della profonda attualità della lotta contro ogni forma di prevaricazione. Non a caso, ha voluto aprire la manifestazione chiedendo al pubblico di osservare un minuto di silenzio dedicato ai migranti morti nei giorni scorsi al largo della Libia. «Abbiamo fortemente voluto che il consiglio regionale celebrasse qui il settantesimo anniversario della Liberazione – ha detto Ganau – convinti che il ricordo di coloro che hanno perso e rischiato la vita per consentirci di vivere in uno stato libero e democratico sia un fatto importante e debba essere l'occasione per ricordarci la necessità di un impegno quotidiano volto a diffondere i valori della Resistenza. Grazie dunque ai partigiani, a quegli uomini e quelle donne che si batterono allora, perché dobbiamo alla Resistenza e ai suoi ideali se è nato quel capolavoro di diritti e di doveri rappresentato dalla nostra Costituzione, che è l'atto fondante della Repubblica, della nostra democrazia. Lì sono contenuti i principi del vivere civile e solidarietà che ci consentono ancora oggi di godere della libertà conquistata». Poco dopo il sindaco di Nuoro, Alessandro Bianchi, ha voluto ricordare le figure dei partigiani nuoresi Pietro Borrotzu e Antonio Mereu, che si distinsero nella lotta per la Liberazione. Bianchi a sua volta ha sottolineato l'attualità dei princìpi e dei valori della Resistenza. «È per questo che l’amministrazione comunale di Nuoro ha voluto dedicare la fontana all'ingresso della città a un partigiano moderno come l’avvocato Giorgio Ambrosoli», ucciso dalla mafia finanziaria di Sindona nel 1979. Anche due studenti hanno voluto portare la propria testimonianza sul significato, settant’anni dopo, della Festa della Liberazione. Sono Salvatore Sias dell’Itc "Sebastiano Satta" di Nuoro e Cristina Pitzadili dell'Itc "Enrico Fermi" di Ozieri. Entrambi hanno posto l’accento sui soprusi e le prevaricazioni che ancora oggi, a così tanto tempo dalla caduta del nazifascismo, avvengono quotidianamente in Italia e all’estero. L’incontro è stato aperto dall’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte dell’orchestra e del coro del liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro, mentre il coro delle scuole medie Pietro Borrotzu ha intonato “Bella Ciao”, e la compagnia Teatro e/o Musica di Sassari ha messo in scena lo spettacolo di Emanuele Floris “Veniva l'acqua de Dio – Dalla Shoah alla Liberazione".