Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Spocci, la poltrona traballa

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2015

TEATRO LIRICO. Nel contratto di lavoro una clausola prevede sei mesi di prova

Sovrintendente ancora in prova, ipotesi di benservito 


Fattore tempo: nel pasticciaccio brutto del Teatro lirico molto, se non tutto, dipende da questo. Si parla di mesi, di giorni e di settimane. I mesi sono innanzitutto i tre e mezzo trascorsi dall'inizio dell'anno senza che ancora sia stata programmata una stagione lirica: due giorni fa il Comitato d'indirizzo ha rinviato a lunedì prossimo la discussione sulla lista di titoli presentata dalla sovrintendente Angela Spocci. Otto e mezzo sono invece i mesi che mancano alla fine dell'anno: o si riesce a mettere in scena un buon numero di opere liriche di qualità o si rischia di perdere il finanziamento ministeriale, essenziale per mantenere in piedi una macchina che costa 50 mila euro al giorno.
SCIOPERO I giorni sono i cinque di sciopero proclamati dai sindacati. Per i rappresentanti dei lavoratori non c'è alternativa: Spocci dev'essere mandata via, e subito.
La settimana è quella concessa alla sovrintendente dal Comitato d'indirizzo per mettere a punto una stagione lirica su cui sia possibile pronunciarsi. «Darle altro tempo è un errore», si accalora Andrea Saccarola, sindacalista della Fials: «Gli altri teatri volano, pianificano tournée all'estero come quello di Trieste che pure ha cambiato sovrintendente da poco, recuperano abbonati e spettatori come l'Opera di Roma: noi abbiamo in programma una decina di concertini, si suona in una sala semivuota, le recensioni critiche sono state tutte negative e la stagione lirica ancora non c'è. Così non se ne esce vivi».
FIDUCIA E infatti i mesi su cui si ragiona sono anche i sei previsti come periodo di prova nel contratto da 120 mila euro l'anno firmato da Angela Spocci due mesi fa: un paragrafo che viene esaminato con attenzione dai componenti del Comitato d'indirizzo. La sensazione, dopo la disastrosa riunione di lunedì, è che alla manager parmense sia venuto meno il consenso in seno all'organo di controllo: nominata con tre voti a favore (il presidente-sindaco Massimo Zedda, il rappresentante nominato dal Comune Mario Marchetti e quello indicato dalla Regione Alessio Loi) e due contro (Tore Cherchi per il ministero per i Beni culturali e Francesco Boggio per la Fondazione Banco di Sardegna), la sovrintendente si è vista negare l'approvazione della bozza di stagione lirica e della nomina di un nuovo direttore amministrativo, ed è stata criticata per la scelta di un nuovo direttore degli allestimenti, la firma di una convenzione con l'università di Cassino, la mancata rimozione dal sito ufficiale del teatro del bando per la nomina di un direttore tecnico (figura non contemplata dalla pianta organica), lo sgarbo istituzionale di aver pubblicato la relazione di una consulente sui conti del 2014 senza che questa venisse prima approvata dal Comitato.
RESCISSIONE Il segnale è chiarissimo: in poco più di due mesi, il già esiguo margine di fiducia sembra essersi consumato, e qualcuno, anche fra i suoi sostenitori, sarebbe tentato di cambiare cavallo. Di qui l'attenzione con cui viene studiata, Codice civile alla mano, la clausola del contratto di lavoro: si cerca di capire se la rescissione è possibile entro i sei mesi di prova o solo alla scadenza. Nel primo caso, una svolta potrebbe arrivare già lunedì prossimo. Nel secondo, si dovrebbe aspettare agosto: ma a quel punto, a sentire chi lavora in teatro, sarebbe davvero troppo tardi. (m. n.)