Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Patto da 4 miliardi con i Comuni

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2015


Fondi per lo sviluppo: giunta, Anci e Cal varano la programmazione territoriale

 


CAGLIARI Il traguardo è sacrosanto: mettere fine al campanile, antica disgrazia isolana, e puntare davvero sul gioco di squadra Regione-Comuni. In tre parole, «evviva la programmazione territoriale», secondo evento da «salutare con entusiasmo» – lo dice la Giunta – dopo gli osanna alla «programmazione unitaria «destinata a mettere assieme fondi europei, nazionali e regionali». Se quella unitaria è stata pensata per evitare la frammentazione degli investimenti, gli sprechi e anche il rischio che «i soldi spesi non producano sviluppo», l’ultima nata dovrebbe essere il primo antidoto allo spopolamento. Come? Così: saranno i territori, associati in Unioni di Comuni o più Unioni aggregate, a proporre alla Regione su quali «vocazioni locali» vogliono scommettere per uscire dalla crisi economica e sociale molto in fretta. Ancora più nel dettaglio: basta con i progetti calati dall’alto, imposti e spesso inutili, ma è finita anche la stagione dei «progetti di corto respiro e corto raggio». Sul tavolo ci sono 4 miliardi e nessuna macro area sarà lasciata indietro, per evitare il pericolo della «rinascita a macchia di leopardo», o peggio ancora il modello dello sviluppo solo sulle coste e poco o nulla nelle zone interne. Chi fra i territori associati è già pronto potrà presentare subito alla Centro regionale di programmazione la sua «manifestazione d’interesse», il progetto, per poi discuterlo con la Regione e insieme alla Regione «trovare i soldi per finanziarlo». I territori che non sono ancora associati e lo saranno solo dopo la riforma degli Enti locali, leggi assetto post Province, avranno tempo fino al 2018 per presentare i loro piani di rilancio. A presentare insieme la «nuova catena» sono stati il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori Raffaele Paci (Bilancio) e Cristiano Erriu (Enti locali), Pier Sandro Scano (Associazione dei Comuni) e Giuseppe Casti (Consiglio delle autonomie locali). In queste settimane Regione e Comuni hanno avuto più di un contrasto, ad esempio sul piano scolastico, ma sulla programmazione territoriale fanno sapere che marceranno in sintonia. Pigliaru l’ha detto: «L’unico modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ha ogni territorio e insieme decidere su quali progetti scommettere. La Regione ha il dovere di dare gli indirizzi, cioè su quali settori intervenire, le Unioni il diritto di proporre su quali specificità puntare». L’assessore Paci ha aggiunto: «È importante che ci sia coerenza fra l’azione della Giunta e le aspirazioni dei territori. Il dialogo dovrà essere continuo». E il presidente dell’Anci Scano ha rilanciato l’idea della conferenza permanente Regione-Enti locali: «È l’unica strada per raggiungere risultati efficaci in tutta la Sardegna e non solo in questa o quell’area». Per l’assessore Erriu: «La spinta dovrà arrivare dal basso e i Comuni devono diventare protagonisti». Secondo Giuseppe Casti: «La Regione deve aiutare i Comuni a crescere e ad accettare la sfida». Che non sarà una competizione, ha sottolineato il direttore del Centro di programmazione Gianluca Cadeddu: «Lo sviluppo dovrà essere omogeneo». Ma per l’ex assessore alla Programmazione Alessandra Zedda (Fi): «Attenzione che la programmazione territoriale, tra l’altro neanche un novità, non sia solo un altro annuncio a ridosso delle elezioni amministrative di maggio». (ua)