Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E se la chiamassimo collezione d'arte Ugo Ugo?

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2015


L'idea Un allievo dell'ex direttore della Galleria comunale di Cagliari fa la proposta 

 


E nrico Corte è un artista visivo nato a Cagliari e residente tra New York e l'Italia. Opera nel campo del multimediale. In questo articolo ci racconta uno dei suoi mentori degli anni '80: l'ex direttore della Galleria comunale d'arte moderna di Cagliari Ugo Ugo, oggi ultranovantenne, che in quella stessa Galleria organizzò la prima personale di Corte, nel 1982. L'intento di Corte è di far intitolare a Ugo la collezione d'arte contemporanea della Galleria comunale.

È in mostra a Cagliari, a Palazzo di Città, la collezione d'arte contemporanea ideata e raccolta negli anni '70 dall'allora direttore della Galleria comunale d'arte Ugo Ugo. In realtà la collezione originale era più cospicua rispetto alla selezione esposta oggi: alcune opere sono andate perse negli anni a causa di un'inadeguata conservazione. Ci rimangono comunque quadri prestigiosi di riconosciuti maestri dell'arte italiana come Agnetti, Castellani, Gilardi, Paolini, Uncini, oltre ai migliori artisti sardi del dopoguerra. Fu questa la grande novità: affiancare i nostri Brundu, Casula, Pantoli, Rossi, con le ricerche artistiche più avanzate di quegli anni in Italia; nessun museo sardo ha più fatto niente del genere.
Quest'anno cade il quarantennale dell'inaugurazione della collezione, che ebbe luogo nel marzo '75 nei locali della Galleria comunale in viale San Vincenzo, oggi occupati dalle opere donate da Elisa Mulas, erede del collezionista Francesco Paolo Ingrao.
Io vidi la collezione a 14 anni per puro caso, mentre bighellonavo tutto solo per la città una mattina di sole del 1977: la ricordo come una delle più belle mattinate della mia vita. L'ingresso alla Galleria comunale era gratuito, come in un mondo perfetto, e il custode (con tutta probabilità edotto da Ugo in persona) mi mostrava e spiegava tutte le opere con grande simpatia e competenza. Fuori dalla Galleria c'erano gli anni di piombo; dentro, le stupefazioni dell'arte contemporanea. Purtroppo a mio avviso non tutti i cagliaritani sono consci dell'importanza, anche dal punto di vista economico, della collezione; soprattutto ben pochi sanno che dietro l'idea di tale raccolta d'arte c'è una delle persone che più ha dato, in termini di cultura contemporanea, alla città di Cagliari: Ugo Ugo.
Le difficoltà e la diffidenza generale delle istituzioni che Ugo ha dovuto affrontare nei primi anni '70 per realizzare una collezione così moderna per l'epoca lo rendono ai miei occhi una figura quasi titanica. È inoltre rimarchevole la sua apertura nei confronti dei giovani con una serie di mostre personali allestite nei primi anni '80 nei locali della Galleria comunale: tra tutte, ricordo con piacere quella del performer e fotografo sardo Paolo Calia, che grazie a Ugo sfidò la disgustosa omofobia dilagante nella Cagliari di allora con una mostra di camp raffinato con l'aiuto di modelle e modelli dai fantasmagorici travestimenti venuti apposta da Parigi.
Ma Ugo ha avuto una grande importanza per molti motivi: fu anche uno degli artisti fondatori del gruppo Transazionale nel '66 (che ha contribuito non poco allo svecchiamento delle pratiche artistiche isolane) oltre che essere stato membro del Centro di cultura democratica, associazione a cui si deve l'organizzazione di importanti mostre e convegni in Sardegna dal 1967 in poi. Rimosso nel '95 (troppo presto e inspiegabilmente, dico io) dal suo incarico di direttore della Galleria, e assegnato dal Comune agli uffici della direzione del traffico cittadino, Ugo, oggi in pensione, vive a Cagliari circondato dall'affetto dei suoi cari; in un mio precedente articolo su questa testata sostenevo la necessità che il suo ruolo fosse riconosciuto pubblicamente assegnando il suo nome alla collezione della Galleria comunale. Ora più che mai quest'eventualità si rende necessaria, dato che negli anni molti artisti da lui selezionati hanno acquisito un alto valore di mercato e la collezione porta quindi grande lustro alla città: occorre chiamarla ufficialmente Collezione Ugo. Sarebbe un render giustizia a un intellettuale di pregio che ha lavorato come pochi per la cultura sarda; un uomo che, nonostante i suoi meriti, ha visto smantellare, immagazzinare e dimenticare per anni la sua  collezione, concepita e acquistata da lui a  prezzi politici pezzo per pezzo. Un uomo che inoltre ha visto, lui antifascista convinto nato nel '24, i locali della Galleria che un tempo ospitavano le opere contemporanee occupati adesso… da un busto del Duce.
Enrico Corte