Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni, i tagli fanno paura L'Isola può perdere 30 milioni

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2015


IL DEF. L'allarme di Scano (Anci) e dei sindaci. Oggi il vertice Renzi-Fassino

 



Tagli? Ancora? Sembra uno scherzo: e infatti qualche sindaco la prende a ridere, facciano pure, cosa vuoi che rimanga da tagliare nei Comuni. Però il rischio è reale, se il presidente nazionale Anci Piero Fassino apre un fronte polemico addirittura con Renzi sui possibili sacrifici imposti dal Def. E in Sardegna gli enti locali temono già di dover rinunciare ad altri 30 milioni di euro, dopo tutti quelli persi negli ultimi anni.
A dire il vero il Documento di economia e finanza è ancora un'entità inafferrabile, poco più di una slide (a proposito: ma quando è diventato reato dire diapositiva?). Gli annunci del premier e del ministro Padoan si trasformeranno in una delibera del Consiglio dei ministri non prima di domani. E stamattina, alle 8, i già citati Renzi e Fassino cercheranno di persona un punto d'incontro sul capitolo che riguarda i Comuni.
LE IPOTESI Restano però nell'aria - e allarmano - le prime voci, calcoli non ufficiali che parlano di un miliardo in meno per le autonomie locali in tutta Italia. Impossibile dire con precisione l'entità del sacrificio che verrebbe chiesto ai sindaci isolani, ma il presidente di Anci Sardegna, Pier Sandro Scano , ricorre intanto a una proporzione semplice: «In genere la quota che ricade sulle nostre amministrazioni è attorno al 3% del totale. Quindi 30 milioni, se il taglio fosse davvero di un miliardo».
Poca roba? Un piffero. A parte che 30 milioni è sempre meglio averli che perderli, il problema è che la sforbiciata arriverebbe dopo anni di pesanti sacrifici: pochi giorni fa l'Anci ha quantificato in circa 320 milioni i tagli subìti in tre anni dagli enti locali sardi, per via delle manovre statali. «Una stretta ulteriore rischia di creare a tutti noi difficoltà insormontabili», riprende Scano: «O ci si mette in condizioni di fare qualcosa per i nostri concittadini, o un sindaco finirà per chiedersi chi glielo fa fare».
Ora la speranza è che il Def, quello vero, somigli poco alle indiscrezioni: «Aspettiamo il testo», dice Scano, «nel frattempo però Fassino fa bene ad alzare il tiro. È anche l'effetto della linea emersa nelle riunioni dell'Anci nazionale, in cui si è chiesta una critica più netta delle scelte di finanza pubblica del governo».
CACCIA AGLI SPRECHI Il ragionamento di Fassino, condiviso dai sindaci sardi, è che le autonomie locali hanno contribuito al risanamento dei conti pubblici molto più delle amministrazioni centrali dello Stato, ministeri in primis. «Il governo dovrebbe cercare gli sprechi veri», concorda Cristiano Carrus , sindaco di Cabras: «Noi non abbiamo più margini. Nel 2011 il fondo statale di solidarietà per il mio Comune era di 1,7 milioni; nel 2014, appena 300mila euro». Quasi tutti falcidiati dall'Imu agricola, recuperabili solo in piccola parte dai contribuenti.
Gli effetti si vedono: «Siamo costretti a sacrificare, per esempio, le manutenzioni straordinarie per le scuole e l'illuminazione pubblica», spiega Carrus, a capo di una giunta di centrodestra. «Temo che il premier e chi ci governa non percepiscano i problemi che affronta ogni giorno un sindaco».
Sensazione opposta a quella di Valter Piscedda , sindaco di Elmas nonché consigliere regionale del Pd: «Io credo che siamo in buone mani, sia a livello nazionale che regionale. Certo, quando ci sono certi interventi a gamba tesa da parte dello Stato, alcuni servizi sono a rischio. Ma non voglio farmi prendere da una preoccupazione preconcetta, aspettiamo di leggere il Def». Anche perché, aggiunge, «qualche margine di miglioramento nella spesa dei Comuni c'è. Penso alla gestione associata di alcune funzioni: dalla raccolta differenziata alla polizia locale». Dovrebbe incentivarla la futura riforma degli enti locali, «ma anche in attesa di una legge nulla vieta a noi sindaci di metterci d'accordo. Certo, se però il governo inciderà sulle nostre finanze in maniera non concertata, allora ci faremo sentire».
SALTI MORTALI «Il punto è che ci fanno fare gli esattori per pagare gli 80 euro usati per la campagna elettorale di Renzi»: non si nasconde dietro la diplomazia Mario Puddu , l'alfiere del Movimento 5 Stelle che nel 2013 ha conquistato la fascia tricolore di Assemini. «Sul Def non c'è nulla di certo, ed è giusto invece parlare coi dati alla mano», premette: «Ma la tendenza a scaricare sui Comuni i costi delle politiche governative è palese».
Eppure nel popoloso Comune dell'hinterland cagliaritano finora si è riusciti a non far pesare troppo, sulla cittadinanza, i risparmi dello Stato: «Abbiamo evitato il salasso della Tasi», riprende Puddu, «non stiamo riducendo i servizi di base nel sociale, non sacrifichiamo le scuole. Però non possiamo programmare opere pubbliche che invece aiuterebbero lo sviluppo. Una pista d'atletica, un anello ciclabile attorno all'area urbana, e altro ancora: tutti progetti cui dobbiamo rinunciare».
Giuseppe Meloni