Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Edilizia, intesa tra Cgil e Confindustria

Fonte: La Nuova Sardegna
8 aprile 2015

Meno consumo di suolo a vantaggio delle ristrutturazioni e più attenzione all’energia rinnovabile


CAGLIARI Piccole convergenze tra la Cgil e la Confindustria sarda sullo sviluppo sostenibile. Al convegno sull’Ambiente, coordinato dalla giornalista Maria Francesca Chiappe, intervengono, tra gli altri, Tonino Piludu, segretario regionale della Cgil, e Maurizio De Pascale, presidente della Confindustria Sardegna meridionale, per sette anni presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili. La base di partenza, condivisa da tutti, è che non si debba più consumare il suolo ma procedere con il riuso e la riqualificazione dei fabbricati. De Pascale denuncia che negli ultimi anni l’industria è stata delegittimata, a vantaggio di un’immagine bucolica della Sardegna, decisamente anacronistica. Piludu chiarisce: «Dobbiamo privilegiare industria e agricoltura insieme. E per questo ci sono tre progetti che diventano strategici: 1) la chimica verde a Porto Torres; 2) la centrale biomasse del Sulcis; 3) la sostituzione del vecchio zuccherificio di Villasor con biomasse. Gli impianti verdi sono il futuro per sostituire la plastica da petrolio». Mentre il ministro Galletti pone sulle coltivazioni per biomasse una questione etica, il segretario della Cgil spiega: «Si tratta di una grande opportunità, ci sono troppi terreni abbandonati e allora mi chiedo se è così irrealistico pensare a destinare una parte alla produzione di biomasse»? L’importante è investire in ricerca, investire, migliorare e non respingere alcuna ipotesi a priori. Nemmeno Tossilo. Dice Piludu: «Non si può dire non si fa quell’impianto, guardiamo le tecnologie e il fatto che ora ci serve». Per De Pascale «è diventato quasi politicamente scorretto parlare di industria ma noi che rappresentiamo anche l’agro industria diciamo che non ci si può illudere che l’isola possa vivere solo dal lavoro dei campi. La verità è che sta venendo meno la cultura del lavoro. Dobbiamo guardare lontano e non solo a Su connottu». Per Maria Antonietta Mongiu, presidente del Fai Sardegna, «la politica non c’è visto che gli industriali chiedono meno consumo di suolo ma si va in un’altra direzione». Critica anche sulle energie rinnovabili: «Non è il 41 bis a portare la Mafia in Sardegna ma sono state le energie rinnovabili, le nuove cattedrali nel deserto». Infine la denuncia contro gli espropri «di aziende agricole di pregio per lasciare spazio a serre fotovoltaiche non di pubblica utilità». Valentina Meloni dell’Aniem ha posto il problema dei materiali: «Inutile parlare di green economy se poi si usano materiali derivanti dal petrolio». Vincenzo Tiana di Legambiente si dice sorpreso che il «Consiglio regionale abbia dimenticato le alluvioni di Olbia e Capoterra e abbia ridotto la tutela delle zone umide». Poi il ruolo dell’Enel che «chiude 34 centrali termoelettriche tra cui Portoscuso», dice Vincenzo Tiana, «e allo stesso tempo si sente parlare del quinto gruppo da realizzare a Fiume santo».