Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Alzheimer si combatte camminando

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2015


Iniziativa Un progetto nato a Cagliari

 


“ C amminamente” è l'azzeccato nome del nuovo progetto che vuole combattere una delle malattie più temute dell'era contemporanea: il morbo di Alzheimer. E lo fa in un modo nuovo, usando l'attività fisica come terapia. L'idea viene dalle associazioni Alzheimer Cagliari e Isola Sportiva, che hanno siglato un protocollo d'intesa, presentato nello spazio Search del Comune di Cagliari. Una notizia importante, visto che in Sardegna si può quasi parlare di emergenza: non esistono dati precisi, ma vista l'età media elevata dei residenti, Alzheimer Cagliari ha stimato circa trentamila persone che ne sono affette.
Una malattia che devasta le cellule nervose e il cervello, e colpisce spesso le persone anziane, togliendo loro la cosa più preziosa: i ricordi. Trasforma dapprima le persone care in sconosciuti, poi priva col tempo anche della coordinazione, della coscienza di sé. Tuttavia da tempo è dimostrato che l'attività fisica può prevenirla.
«Questo progetto però fa un passo avanti: è uno dei primi in cui la si usa quando la malattia è già in corso, per rallentarne lo sviluppo», afferma con orgoglio Vincenzo Mascia, neurologo e vicedirettore di Alzheimer Cagliari. I primi studi risalgono a dieci anni fa, quando all'università di Pittsburgh, negli Stati Uniti, confrontarono i punteggi ottenuti a test cognitivi da malati che praticavano attività fisica e da quelli che invece non ne praticavano. Il risultato fu sorprendente: «Nelle persone che praticavano sport si verificava un miglioramento anche del 40 per cento».
In base ad altre ricerche effettuate in seguito, la ginnastica infatti contribuisce a sviluppare l'ippocampo, ovvero l'area del cervello responsabile della memoria a lungo termine e della memoria spaziale. Insomma, «è meglio di un farmaco» dice in uno slancio di entusiasmo Mascia. Ma in cosa consisterà la terapia? «Spesso i medici consigliano di camminare, ma non è sufficiente», spiega Giovanni Cabras, presidente di Isola Sportiva, «abbiamo pensato ad attività che sviluppino la coordinazione, la resistenza e la torsione». Nulla di eccessivamente impegnativo, ma ginnastica “dolce”, adatta a chi la deve praticare. «L'esercizio fisico poi fa bene a tutto l'organismo, e consente di rievocare i gesti della quotidianità. Per molti anziani anche alzarsi dalla poltrona è difficile, ma col tempo si possono fare grandi progressi».
Ma soprattutto «vogliamo insegnare un corretto stile di vita e sviluppare la socializzazione, due punti importantissimi», chiarisce Cabras.
La terapia prevede una serie di analisi all'inizio, dopo sei mesi e dopo un anno. Il tutto in gruppi di venti o venticinque persone, tutto sotto la guida di istruttori professionisti e esperti. Quasi nessun limite sulla selezione dei pazienti: «di preferenza sceglieremo quelli che hanno mantenuto capacità di movimento, anche minime», precisa Cabras. La spesa prevista per il progetto è di circa centomila euro, e tutto è pronto per partire. L'incognita è una sola: la data di inizio. «Siamo in attesa di finanziamenti da parte della Regione e da privati, ma contiamo di farcela entro la fine del 2015», auspica Mascia, «intanto chiunque voglia aiutarci con una donazione è benvenuto». Molti altri Paesi investono ingenti somme sull'attività motoria diffusa, praticata ovunque e a ogni età: un modo efficace per combattere la spesa sulla sanità pubblica. «In Italia spendiamo ogni anno 750 milioni di euro per le malattie provocate dall'invecchiamento», conclude Mascia «vale la pena puntare di più sullo sport».
Giovanni Lorenzo Porrà