Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

« Lirico, è iniziato il principio della fine?»

Fonte: La Nuova Sardegna
20 marzo 2015


I sindacati lanciano l’allarme e sfiduciano la soprintendente Angela Spocci, chiedendo un cambio di rotta immediato


 


di Walter Porcedda wCAGLIARI Stagione lirica ancora sconosciuta, una stagione concertistica dallo scarso appeal, il flop nella vendita degli abbonamenti. Abbastanza da far sollevare ai sindacati del teatro Lirico il cartellino rosso all’indirizzo di Angela Spocci, la neosoprintendente della più grande azienda culturale in Sardegna. Sei sigle attorno alle quali si schiera la maggioranza assoluta dei lavoratori (Cgil, Uil, Cisal, Confsal, Snater e Css) martedì scorso hanno consegnato ai membri del Consiglio di indirizzo una durissima lettera in cui si manifesta la sfiducia nei confronti della massima responsabile del teatro. A questa è seguita ieri mattina una’assemblea dei lavoratori che ha dato mandato ai propri rappresentanti di imbastire iniziative di lotta in tempi brevi. Iniziando dall’organizzazione di manifestazioni e sit in di protesta. Angela Spocci dal canto suo non risponde alle contestazioni e non replica alla missiva in cui si chiede la sua sostituzione e dichiara all’agenzia Agi che «saranno i fatti e i numeri a parlare a tempo debito, ora pensiamo a lavorare al meglio». Ed è proprio dai numeri che la lettera sindacale prende le mosse per rilevare il dato flop degli abbonamenti: «meno 35% circa rispetto al 2014». Dai circa duemila abbonati il crollo ai 1200 circa di oggi. Per cui «il trend positivo occorso lo scorso anno, accentuato esponenzialmente dopo la pausa estiva fino al termine della stagione, ha subito una drammatica inversione di tendenza» afferma la missiva che quantifica meglio il calo in una perdita di 800 mila euro di mancato introito. E qui giungono le dolenti note. Viene ricordato infatti come il Ministero della Cultura ormai non trasferisca più i contributi sulla base delle spese ma su «criteri di qualità e quantità delle produzioni realizzate». Ad esempio una recita lirica è valutata 12 punti mentre un concerto sinfonico ne vale 2. Da qui ne consegue che la contrazione dell’attività lirica rispetto al passato si traduca in minor incasso di biglietteria e contributi ministeriali. «Meno risorse si tradurranno – dice la lettera – in meno attività, meno occupazione e costituiranno di fatto il principio della fine del Teatro Lirico di Cagliari condannato a chiusura certa». Preoccupati per la sorte della Fondazione i sindacati esprimono così la «loro sfiducia alla Sovrintendente» che dovrebbe risollevare il teatro e si appellano ai membri del Cdi e presidente, ma anche al presidente della Regione Francesco Pigliaru, affinchè diano al teatro «quella figura manageriale che possa difendere e rilanciare» la Fondazione. E qualcosa si muove anche all’interno del Pd. Il consigliere regionale Piero Comandini alcuni giorni fa ha presentato infatti una interrogazione con richiesta di risposta scritta inviandola a Pigliaru e gli assessori Paci e Firinu per sapere se sono a conoscenza che «una programmazione non coerente» con gli indirizzi ministeriali rischia di «compromettere la situazione economica e patrimoniale della Fondazione». A questo proposito il consigliere del Pd chiede se «non ritengano opportuno e doveroso sollecitare, attraverso il proprio rappresentante in Consiglio di indirizzo, una puntuale relazione in merito alla situazione in cui versa la Fondazione». E infine domanda «quali iniziative intende intraprendere, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, affinchè si attui una seria e definitiva linea programmatica di rilancio delle attività, che porti il Teatro Lirico ai più alti livelli garantendo così la salvaguardia dei posti di lavoro».