Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nell'Isola innalzato livello d'allerta

Fonte: L'Unione Sarda
20 marzo 2015

VERTICE. Porti e aeroporti sotto stretta sorveglianza ma le autorità rassicurano la popolazione

 Prefetto e Questore: «Molti gli obiettivi sensibili, siamo pronti»

«Nessun allarme terrorismo in Sardegna ma il livello di sicurezza è stato innalzato». A Cagliari, il prefetto Alessio Giuffrida e il questore Filippo Dispenza si sono messi al lavoro subito dopo il vile attentato terroristico al museo Bardo di Tunisi. Porti e aeroporti sardi sono da sempre un obiettivo sensibile. Oggi più che mai, vista l'ipotesi di futuri arrivi nello scalo cagliaritano di via Roma di navi da crociera costrette a cambiare itinerario e abbandonare i porti tunisini. I piani criminali dell'Isis si sono concentrati su un importantissimo centro turistico e i terroristi hanno colpito uccidendo soprattutto turisti. Per questo la Sardegna, Cagliari in particolare (anche per i suoi legami con la Tunisia, la cui comunità nel Cagliaritano è molto numerosa e ben integrata con stretti legami collaborativi), non può sentirsi esente da minacce.
«Siamo pronti», annuncia il prefetto Giuffrida. «La vigilanza è massima e i sistemi di prevenzione sono stati attivati. La struttura che si occupa della sicurezza dei sardi è operativa ventiquattr'ore su ventiquattro. Ma la cittadinanza deve sapere che non abbiamo elementi concreti per parlare di pericoli per l'Isola».
Il questore Dispenza conferma: «Sono stati predisposti i piani di sicurezza soprattutto per gli obiettivi considerati sensibili. Ma fino a questo momento non abbiamo ricevuto nessun segnale di pericolo per la Sardegna e per il suo capoluogo Cagliari».
Quali sono le zone maggiormente a rischio?
«Porti e aeroporti», spiega Dispenza. «L'attenzione sarà massima, visto quanto accaduto a Tunisi, soprattutto per l'arrivo di navi da crociera. Su Cagliari ci potrebbe essere un incremento di approdi proprio per la possibile cancellazione degli scali in Tunisia da parte delle compagnie di crociera».
Quali procedure si attivano dopo un attentato di queste proporzioni così vicino al territorio nazionale e alla Sardegna?
«Le stesse già scattate dopo altri attentati», evidenzia il questore di Cagliari. «Ci saranno più interventi mirati e controlli. L'attività investigativa continuerà come sempre senza trascurare nessun aspetto».
La presenza di una numerosa, e ben integrata, comunità tunisina nell'Isola accresce i possibili rischi?
«Lo escludo», risponde il prefetto. «L'attività di prevenzione e il lavoro per garantire la sicurezza serve per tutti i cittadini, anche per quelli stranieri oramai radicati nel nostro territorio od ospiti momentanei. Inoltre l'esperienza ci ha insegnato che la matrice terroristica si annida anche e soprattutto all'interno dei Paesi, magari in qualche connazionale insospettabile». Il questore Dispenza aggiunge: «Sono sempre stato personalmente in contatto con i rappresentanti della comunità tunisina nel Cagliaritano. C'è un dialogo constante e una grande collaborazione».
Il giornalista Mediaset, Toni Capuozzo, ha parlato di un legame tra la Sardegna e l'attentato compiuto a Tunisi: nella rete organizzativa della strage farebbe parte anche un tunisino che è stato detenuto nel carcere di Macomer. Ipotesi verosimile?
«Non abbiamo nessuna conferma», chiarisce il questore di Cagliari. «Gli uomini della Digos conoscono bene il detenuto indicato dal giornalista. Prima dell'attentato non c'erano elementi di collegamento e non ci sono neanche ora».
Proprio un sindacato di Polizia, l'Ugl Sardegna, un mese fa ha denunciato la possibile presenza di jihadisti tra i profughi ospitati nelle strutture e nei centri di accoglienza sardi. Allarme reale?
«No», replica deciso il questore Dispenza. «Non ci risulta nulla di tutto ciò. Non bisogna creare allarmismo ingiustificato. Ribadisco: in questo momento non ci sono pericoli concreti per la Sardegna. È però giusto tenere alta l'attenzione per anticipare ogni possibile mossa ed essere pronti a intervenire in modo efficace».
Matteo Vercelli