Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il commercio in trincea

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2015

VIA SONNINO. Vanno avanti i lavori per il rifacimento dei marciapiedi

Clienti spariti e fango: il cantiere visto dai negozi


Quando, una settimana fa, gli operai della Global Service hanno piantato davanti al suo negozio le reti arancioni, Fabio Medda li ha risconosciuti e salutati: «È la stessa squadra di un anno fa», sorride il titolare dell'ottica Claro, civico 169 di via Sonnino. Ora stanno rifacendo il marciapiede, lato sinistro lungo il senso di percorrenza. Un anno fa, sul lato opposto, hanno sistemato la corsia preferenziale per gli autobus. «Due mesi di transenne, più alte di quelle di quest'anno», racconta Medda: «Passavamo le giornate da soli in negozio, senza vedere un cliente». E ora? «È dura. Già il periodo è difficile. Gli scavi disincentivano. Per tirare su la saracinesca della vetrina dobbiamo passare nel fango e nessuno può fermarcisi davanti». Calo degli affari? «Intorno al 50 per cento».
Il cantiere di via Sonnino, partito alcune settimane fa dall'incrocio con via Pasquale Paoli e diretto verso via Roma, ha superato la settimana scorsa l'angolo con via Alghero. Nel nuovo lotto, in questi giorni, tolti sabato e domenica e il lunedì di pioggia tropicale, gli operai hanno smantellato le pianelle grigie e vinaccia della vecchia pavimentazione e sistemato le passerelle (parte in metallo, parte in legno) tra l'asfalto e l'ingresso dei negozi o i portoncini delle case.
Il lavoro, rispetto agli altri in corso, è poco impegnativo. I commercianti, però, ne subiscono gli effetti: all'American Vip Bar, civico 163, Costanza Ghiani sfoglia in solitudine un quotidiano. Clienti? «Calo dell'80 per cento». Per lei, come per Medda, il marciapiede non era tanto malandato da doverlo rifare. Oltre ai lavori dell'anno scorso per la corsia preferenziale Ghiani ricorda anche quelli, successivi, per la posa di cavi telefonici: altri scavi, altri disagi.
Al 167 c'è l'emporio cinese BiryChina. La titolare, Zhan Hefen, non parla italiano. Un dipendente suo connazionale ne mastica abbastanza («Più su, più su») per spiegare all'operaio che la passerella deve essere sollevata perché così com'è stata messa obbliga i clienti (qui un po' più numerosi che negli altri negozi) a superare un dislivello di mezzo metro.
«Siamo arrabbiati, il lavoro va a catafascio», sibila Caterina Miceli, titolare di Chez les negres, al 175. La macchinetta tagliacode è spenta: non serve. Il bancone è semivuoto. Salvatore Arnetta esce dal laboratorio asciugandosi le mani con uno strofinaccio: «Il calo? Tra il 50 e il 70 per cento. Prima la pista ciclabile che ha ridotto la possibilità di parcheggiare. Poi i vigili, inflessibili con chi si mette anche un attimo in doppia fila. Poi i lavori, continui: che bisogno c'era, adesso, di sostituire un marciapiede rifatto sette anni fa e ancora in buone condizioni?»
Se lo domanda anche Annalisa Lai, titolare della profumeria Cauli: «Ogni giorno vengo in motorino da Pirri: in via Finzi, in via Balilla devo fare lo slalom fra buche e voragini. Però si interviene qui». Insieme a un collega, racconta, ha anche sondato la possibilità di chiedere che gli operai lavorino anche di notte: «Ma i residenti si opporrebbero».
Ai lavori notturni, «come nelle grandi città», pensa anche Tiziana Pisano dell'ottica Massidda. Il negozio è nel tratto in cui i lavori sono già stati fatti: «Gli operai sono stati anche veloci ma noi siamo stati fermi dieci giorni. Però ne è valsa la pena. Le nuove pianelle in granito sono molto meglio delle vecchie, che erano in dissesto: qua davanti i passanti inciampavano di continuo».
Ma l'ottimismo non arriva sempre solo a lavori finiti. Stefania Mancini è la titolare di Mancini Calzature, negozio al civico 193, nel pieno del cantiere: «Ci vuole un po' di pazienza, i disagi ci sono: non si vede un cliente. Speriamo che rispettino i tempi: ci hanno detto 15 giorni, ne sono passati già sette, e nel pezzo già fatto ci hanno messo più tempo. Speriamo bene». I vecchi marciapiedi? «C'era qualche pianella ballerina». La corsia preferenziale per i bus rifatta l'anno scorso? «C'erano dei brutti avvallamenti ed era delimitata da un brutto cordolo giallo: le persone inciampavano di continuo».
Marco Noce