Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una bella e struggente performance poetica che in 15 minuti riassume la storia di Moby Dick

Fonte: L'Unione Sarda
10 febbraio 2015


TEATRO. “Una tazza di mare in tempesta” di e con Roberto Abbiati a Cagliari

 


Nella stiva del Piquod si sta al buio, accovacciati su sgabelli sbilenchi, in attesa che qualcosa succeda, incantati dalla voce profonda di Ismaele che racconta di sé, dell'oceano, della balena bianca e del capitano Achab. Prima s'intuiscono le onde del Pacifico, poi la pioggia battente della tempesta, infine le stelle, che salutano il naufragio dell'originale nave baleniera. Un viaggio, di soli quindici minuti, dentro la storia di Moby Dick, condensata nel meraviglioso spettacolo Una tazza di mare in tempesta di e con Roberto Abbiati.
Andato in scena nei giorni scorsi, al Teatro Massimo di Cagliari, per la stagione Teatro Ragazzi del Cedac, lo spettacolo dell'attore lombardo è una performance poetica che s'ispira al romanzo di Herman Melville, e riassume, in una manciata di minuti, l'estenuante e mai conclusa caccia alla balena bianca del capitano Achab.
Ismaele, alias Abbiati, accoglie gli spettatori (non più di quindici alla volta) nella cabina del Pequod, un cubo di legno di quattro metri per tre, e dopo un gentile invito al silenzio, li conduce nelle pagine di Moby Dick. Nella stiva, ogni oggetto come ogni parola dell'intensa narrazione di Abbiati (coadiuvato da Matteo Rubagotti, tecnico audiovideo), è scelta con cura e con misura. Ogni oggetto, costruito artigianalmente, evoca un'immagine, un personaggio, una scena del romanzo, e ne restituisce il suo senso più profondo. Si salpa con Ismaele, «per andare a visitare la parte acqua della terra» e con lui si aspetta d'incontrare il capodoglio, di capire la follia del capitano, di vincere la paura per quelle acque immense.
Nella cabina di Ismaele si può aver 5 anni, oppure 40 o molti di più, le suggestioni sono le stesse, lo spettacolo è una breve folgorante poesia.
Il progetto, che l'attore porta in giro da qualche anno con Luca Salata e Alessandro Calabrese, e le suggestioni sonore di Fabio Besana, risponde al suo desiderio di un teatro che evochi la poesia con un canovaccio semplice e ridotto all'essenziale. Una tazza di mare in tempesta è come una poesia di Ungaretti, il poeta cui s'ispira Abbiati: nobile, malinconica e struggente.
Franca Rita Porcu