Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Giù le mani, l'edificio è della Regione»

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2014


Mozione di Ugo Cappellacci

 


«Buoncammino è della Regione». Lo ha dichiarato ieri Ugo Cappellacci, che ha presentato una mozione, sottoscritta dall'intero gruppo azzurro. «L'articolo 14 dello Statuto - ricorda il consigliere di Forza Italia ed ex presidente della Regione - non lascia adito a dubbi: la connessione tra il bene e il servizio statale è venuta meno nel momento in cui l'ultimo detenuto ha varcato la soglia della struttura e sono state rimosse anche targhe e bandiere». Lo sgombero del carcere è avvenuto dieci giorni fa, con uno spiegamento di forze senza precedenti: circa 340 i detenuti trasportati da Buoncammino al nuovo carcere di Uta, oltre cinquecento gli uomini mobilitati fra carabinieri, polizia, polizia penitenziaria, guardia di finanza, polizia municipale, decine auto di servizio, diversi cellulari e due elicotteri che per mezza giornata hanno sorvolato la città senza sosta. Da allora il carcere è vuoto, e si è aperto il dibattito sul futuro di uno degli edifici più grandi e panoramici della città. Ovviamente la definizione della proprietà dello stabile è preliminare a qualunque progetto.
«Ora - sottolinea Cappellacci - occorre evitare che lo Stato centrale occupi Buoncammino con altri servizi, che nulla hanno a che fare con la cessata destinazione dell'immobile, al solo scopo di sottrarlo al patrimonio regionale. Poiché anche in epoca recente si sono ripetuti, per esempio, subdoli tentativi, da noi respinti energicamente, di riaprire il carcere all'Asinara e di riportarci indietro nel tempo, è fondamentale non abbassare la guardia neppure un secondo».
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla nota inviata un mese e mezzo fa dal ministero della Giustizia a quello dell'Interno, secondo cui a Buoncammino sarebbe potuto essere ospitato il penitenziario minorile: un trasloco che rientrerebbe negli spostamenti necessari a trovare una nuova sede per il centro d'accoglienza per immigrati e richiedenti asilo che ora si trova all'interno dell'aeroporto militare di Elmas e che porterebbe a stabilirsi sul colle anche gli uffici dell'amministrazione penitenziaria. Uno scenario che renderebbe indisponibile lo stabile a nuove destinazioni d'uso.
«Il futuro dell'ex casa circondariale - sottolinea ancora l'ex presidente della Regione - non può essere ipotecato con decisioni calate dall'alto e tanto meno con un'ulteriore sottrazione alla fruizione pubblica di uno degli angoli più suggestivi della città. Deve decidere Cagliari, deve decidere la Sardegna». (m. n.)