Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dalle celle alle cinque stelle

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2014


IL FUTURO DI BUONCAMMINO. Enzo Satta: «Farne un museo? Sarebbe uno spreco»

 

L'architetto dell'Aga Khan: sul colle un albergo di lusso

 



Farne un museo, dice, sarebbe «uno spreco». Un museo, del resto, è «un luogo in cui si guarda dentro», mentre l'edificio in questione gode di un panorama troppo bello per non essere ammirato. Un panorama cinque stelle lusso: proprio come l'albergo in cui Enzo Satta, l'architetto dell'Aga Khan, propone di trasformare l'ex carcere di Buoncammino.
IL PROGETTO DI KARIM «C'è stato un interesse specifico per il carcere, anni addietro, da parte dell'Aga Khan. Io fui interessato come tecnico. L'idea del principe era di farne un hotel a cinque stelle». Era la metà degli anni '90: quelli del Master plan, progetto ambiziosissimo di sviluppo della Costa Smeralda che prevedeva anche investimenti in alte zone dell'isola. «C'era molto interesse su Cagliari, città che ha enormi potenzialità. Il principe era allora a capo di una catena, la Ciga, che comprendeva oltre agli alberghi della Costa Smeralda una trentina di alberghi di lusso in tutta Europa. Ne avrebbe voluto realizzarne uno anche nell'edificio che ospitava il carcere: una posizione è fantastica, unica, ideale per un hotel panoramico. Più panoramico di così non riesco a immaginarne. L'area è di gran pregio, facile da raggiungere e ci si può ricavare disponibilità di parcheggi. L'ideale da un punto di vista paesaggistico, architettonico, urbanistico e commerciale».
OCCASIONE Il carcere cagliaritano non era l'unico, nei piani principe: «All'epoca stavamo trattando anche l'acquisizione di quello di Ibiza», rivela Satta. «Lì, però, c'era un problema: il carcere aveva un valore storico-politico perché era lì che erano stati imprigionati gli antifranchisti». Qualche problema c'era anche in Sardegna: il Master plan rimase sulla carta, ma per Satta l'idea è ancora valida. «Ne sono convinto. Cos'altro farci, del resto? Cagliari ha già altri musei, alcuni molto belli. Ne vogliamo uno favoloso? Realizziamo il progetto di Zaha Hadid, il Betile. O facciamo qualcosa come il museo di Frank Gehry a Bilbao. Ma a Buoncammino non sciuperei l'occasione. Credo molto nell'industria turistica, credo che la strada per la Sardegna sia quella: puntare su un turismo ben pianificato, non solo alberghi ma servizi, infrastrutture, collegamenti con il resto d'Italia e oltre l'Italia. Fra le strutture intendo anche quelle golfistiche: è un'assurdità che la nuova legge urbanistica non le preveda, se si vuole allungare la stagione. Penso a un turismo collegato con agroalimentare, artigianato, piccola industria, archeologia».
TEMPISMO Il momento è propizio a investimenti sul turismo di lusso? «È un mercato che non conosce crisi. La Sardegna può giocare un ruolo, e credo molto in Cagliari, città che ha tutto: mare, spiagge, teatro, cinema, cucina, clima mite d'inverno e ventilato d'estate». Funzionerebbe il brivido della vacanza in un ex carcere? «Non mi affascina tanto quell'aspetto quanto l'idea di una struttura tecnologicamente attualissima, con tutti i comfort di un hotel moderno ma in un edificio antico. Oggi è possibile realizzarlo senza stravolgerne le caratteristiche architettoniche». Qualunque sia la scelta che si vorrà fare, Enzo Satta lancia un appello: «Si decida in fretta. Perché in pochi anni un edificio non utilizzato diventa un rudere. Evitiamo di ripetere la storia dell'Ospedale marino. Spero che burocrazia e lungaggini non si mettano di mezzo».
Marco Noce


Suo il master plan della Costa Smeralda

 


Nato a Buddusò, residente ad Arzachena (Liscia di Vacca), laurea in architettura a Roma nel 1970, master in urbanistica ad Harvard nel 1981 e un curriculum chilometrico: Enzo Satta non è solo stato l'architetto di fiducia dell'Aga Khan e il padre del Master plan della Costa Smeralda (2,5 milioni di metri cubi che avrebbere dovuto completare la prima fase dello sviluppo turistico in Gallura e non solo), ma in oltre tre decenni di esperienza professionale vanta progetti «di media e grande scala nazionale ed internazionale, in Europa, America, Africa, Australia ed Asia». Ha firmato edifici, principalmente con funzioni ricettive, in Egitto, Australia, Kyrgyzstan.
Il suo nome, sui motori di ricerca, viene evidenziato però per un'altra circostanza: l'essere genitore della showgirl, modella e attrice Melissa Satta, nata nel 1986 a Boston proprio per via degli impegni professionali del padre, che ha firmato, fra l'altro, il progetto di sistemazione del waterfront della capitale del Massachussetts.