Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Alziator a Giorgio Pisano con “La verità imperfetta”

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2014


Premio letterario Il cronista dell'Unione Sarda rilegge un drammatico fatto di cronaca 



U n cronista. Non provate a cucirgli addosso l'abito di scrittore perché Giorgio Pisano si sente solo quello è stato per quaranta anni all'Unione Sarda, un cronista. Un testimone attento e onesto di quotidiane, piccole e grandi, verità imperfette . Proprio come quella dura e bellissima che dà il nome al suo libro “La verità imperfetta”, edizioni l'Unione Sarda, con il quale ha vinto ieri il premio Alziator. «C'è un omicidio vero, palese, scontato, compiuto da una donna, a servizio in una famiglia, negli anni Cinquanta. Leggendo le carte del processo si è fatto strada prima il dubbio, poi un'altra verità, diversa da quella giudiziaria, in cui è lei la vittima di soprusi e umiliazioni». Niente è come sembra. «La verità perfetta non esiste, anche noi cronisti, nel massimo rispetto degli interlocutori, ne raccontiamo frammenti».
In pensione da qualche anno, Pisano, premiato dalla giurata e collega Maria Francesca Chiappe, gioisce come un ragazzino per il «privilegio» di scrivere ancora «per il mio giornale» e di essere tra le firme della collana letteraria pubblicata la scorsa estate dall'Unione. In lui è rimasta intatta la curiosità di cronista che l'ha spinto a guardare più a fondo in una storia speciale, lontana nel tempo. Il caso era ufficialmente chiuso, la pena già scontata. Ma dietro quel delitto, c'era altro da capire. «Il contatto tra me e la donna è stato solo telefonico. Per raccontare l'altra verità ho dovuto sparigliare un po' le carte. Volevo proteggerla, lasciarla nell'ombra».
Chissà, magari ieri sera, era anche lei tra il pubblico del teatro delle Saline di Cagliari dove si è svolta la cerimonia di premiazione dell'ottava edizione del premio Alziator, un premio che rende omaggio al cantore di Cagliari, ma che ormai sa attrarre a sé l'attenzione e l'interesse di scrittori d'oltre mare. Se Pisano ha dato voce alla povera donna di servizio, Annacarla Valeriano l'ha data a 4812 donne e uomini che hanno vissuto rinchiusi nel manicomio di Teramo. “Ammalò di testa”, Donzelli editore, ha vinto nella sezione saggistica ed è uno straordinario lavoro di ricerca su cartelle cliniche. «Sono state le piccole grandi vicende della vita di queste persone a spingermi a scrivere questo saggio - ha detto tra l'emozione, la ricercatrice. Vi sono grata perché le avete rimesse al centro della scena, quando vita, società e scienza le avevano confinate nel retroscena». Secondo classificato per la narrativa, il giornalista Piero Isgrò con “La sposa del nord” e terzo Paolo Fadda con “Da Karel a Cagliari”. Nella saggistica, Fulvio Beschi con “La leggenda di Troia” e Michela Capone con “Ascoltami”.
A cucire l'intensa serata, presentata da Ottavio Nieddu, i cui ospiti musicali sono stati Maria Paola Aresu e Luigi Puddu, è stato il robusto filo dell'identità che - ha spiegato Nereide Rudas, presidente della Fondazione dell'Alziator «non significa solo radici e tradizione, ma capacità di progettare una nuova realtà». Un'identità dinamica, capace di intrecciare altri rapporti, di saper guardare altri orizzonti. Arte coltivata da Giovanni Lilliu (ricordato dall'ex rettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino), Placido Cherchi della cui opera era ieri testimone Salvatore Cubeddu, e da Maria Lai. A raccogliere l'omaggio in suo ricordo, la nipote Maria Sofia Pisu che l'ha voluto dedicare all'amica del cuore della zia, Maria Crespellani.
Il premio Alziator, arrivato all'ottava edizione «grazie solo alla sensibilità della Fondazione Banco di Sardegna», ha spiegato il presidente Maurizio Porcelli, ha riservato quattro menzioni speciali, attribuite dalla giuria presieduta da Marcello Tuveri: una è andata al giornalista dell'Unione Sarda Pietro Picciau per “Le Carte del re”. Ma l'Alziator guarda anche alla creatività e alla musica. Ecco Paolo Modolo che con l'antico velluto ha saputo creare abiti moderni; il compianto studioso Giampaolo Lallai, ricordato dai Cuncordia a Launeddas, per il suo lavoro di ricerca. E Pinuccio Sciola che con con le sue pietre sonore ha regalato i suoni della Sardegna più misteriosa.
Caterina Pinna