Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E ora? Si accende il dibattito sul futuro

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2014


 

Gli agenti della Polizia penitenziaria sistemano un drappo azzurro sulla targa alle 14,20: si chiude la storia del carcere di Buoncammino e si apre quella sul futuro della struttura. Tramontata definitivamente l'ipotesi di un trasferimento del penitenziario minorile da Quartucciu, si prospetta una sfida a due: l'istituto resta al Ministero per ospitare uffici oppure viene consegnato al Comune di Cagliari.
Anche il sindacato di Polizia penitenziaria spera in un utilizzo rivoluzionario della struttura: «Buoncammino», auspica Alessandro Cara dell'Ugl, «per bellezza e posizione deve essere restituito alla città. Riadattarlo per ospitare uffici dell'amministrazione penitenziaria è impossibile. Troppi intoppi e troppi costi». Cara ringrazia «tutti gli uomini, soprattutto gli agenti della Polizia penitenziaria, che hanno partecipato al trasferimento. Un'operazione senza intoppi. Tutto si è svolto alla perfezione. Ci auguriamo che i problemi siano rimasti nel vecchio istituto e che nel carcere di Uta venga restituita dignità ai detenuti ma anche a tutto il personale».
Anche Giovanni Villa, segretario della Fns Cisl, è soddisfatto: «Un'altra impresa della Polizia penitenziaria sarda che, con il supporto delle altre forze dell'ordine, è riuscita in una grande impresa. È la prima volta in Italia che si completa il trasferimento di un numero così alto di detenuti da un istituto ad un altro nell'arco di poche ore».
Aspettando l'esito della partita politica sul futuro della struttura nel cuore di Cagliari, c'è da risolvere un problema pratico per i familiari dei carcerati: «Il nuovo presidio», spiega il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, «è distante dalla città. È necessario attivare da subito un servizio di trasporti che colleghi Cagliari con il carcere di Uta».
Matteo Vercelli