Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anna Tifu, cuor di violino

Fonte: L'Unione Sarda
19 settembre 2014

Stagione concertistica Oggi (ore 20.30) e domani (ore 19) al Lirico di Cagliari

Diretta da Allegrini, con l'Orchestra del Teatro

L 'inconfondibile voce del suo violino torna a incantare la città. La giovane stella cagliaritana, Anna Tifu, è la protagonista - oggi (ore 20.30) e domani (ore 19) - della ripresa della Stagione concertistica del Teatro Lirico di Cagliari. L'Orchestra è guidata da Alessio Allegrini, direttore emergente e primo corno solista dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. In apertura di serata la prima esecuzione assoluta di “Inside per clarinetto percussioni e archi”, nuova composizione di Riccardo Panfili. Protagonisti Ivana Mauri, clarinetto, ed i percussionisti Davide Mafezzoni e Pierpaolo Strinna. Il programma prosegue con il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 61 di Ludwig van Beethoven, solista Anna Tifu, e si chiude con la Sinfonia n. 9 in Do maggiore D. 944 di Franz Schubert. Già interprete in passato dei Concerti di Cajkovskij e Sibelius con l'Orchestra della sua città, Anna Tifu vive quest'occasione con particolare emozione.
Come mai Beethoven?
«È uno dei miei Concerti per violino preferiti. Sono felice di poterlo eseguire a Cagliari».
L'incontro con il violino?
«È stato inizialmente un compagno di giochi. A cinque anni ho desiderato imitare mio padre violinista ma mi spazientivo perchè non riuscivo a suonare da subito quel che suonava lui».
Un talento da “imbrigliare”?
«Si, avevo grande facilità. Era evidente che il violino potesse essere la mia strada. Dopo un anno di pausa, a 8 anni vinsi il primo premio con menzione speciale alla rassegna di Vittorio Veneto».
Dietro al successo?
«C'è studio quotidiano, sacrificio e stress psicologico. È un mestiere splendido ma non facile, quello del musicista. Non si deve mai ritenere di essere arrivati. E i momenti in cui si è ipercritici verso se stessi vanno trasformati in stimolo per migliorare».
Riferimenti tra i grandi violinisti del passato?
«Sono cresciuta ascoltandoli e trovo il loro approccio “più intimo”. In particolare apprezzo Ojstrach, per solidità, e Perlman per cavata, suono morbido e pieno di passione».
Impegni imminenti?
«In Armenia per il Khachaturian International Festival e al Teatro La Fenice di Venezia, diretta da Diego Matheuz. E inizio 2015 in duo con la pianista Gloria Campaner».
Luisa Sclocchis