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Sardegna in recessione: Pil a -2,5% nel 2013 ma crescono turismo e agricoltura

Fonte: web SardegnaOggi.it
18 giugno 2014

 

 

Sardegna in recessione: Pil a -2,5% nel 2013 ma crescono turismo e agricoltura
Rapporto sull’economia in Sardegna: in calo il Pil e in aumento la disoccupazione, turismo e agricoltura in lieve ripresa. Secondo il resoconto annuale di Banca d’Italia l’economia isolana è rimasta in recessione, ma si vede qualche segno di miglioramento. “La nostra barca è ancora malandata, però migliorano le condizioni del mare”, dice Nevio Eligio Rodighiero di Banca d’Italia.



CAGLIARI - Basta scorrere un po’ le pagine del nuovo rapporto di Banca d’Italia sull’economia in Sardegna, rilasciato oggi e presto disponibile sul sito internet, per vedere che ovunque domina il segno meno. Si comincia dal Prodotto Interno Lordo, in calo del 2,5 % anche se nel 2012 la flessione era stata del 3,4%, un dato su cui pesa indubbiamente la contrazione dei consumi delle famiglie, ma anche la riduzione della spesa pubblica.

Settori produttivi. Scende del 5,9% il fatturato delle imprese. Soffrono soprattutto le piccole, mentre va un po’ meglio per quelle che riescono ad avere un mercato anche all’estero. In grande difficoltà è soprattutto il settore edile: la produzione regionale è calata del 7%. Sempre meno famiglie comprano case, e questo si traduce ovviamente in un calo di valore degli immobili. Dal 2007 il volume complessivo delle transazioni si è più che dimezzato. Note positive invece per l’agricoltura e il turismo: se la prima conferma una stabile crescita, il secondo mostra flussi in aumento del 15%, soprattutto grazie agli stranieri. Cresce inoltre il settore no profit e quello manifatturiero, mentre la quota delle imprese ad alto contenuto tecnologico e scesa dal 14,3 all’8.9 %.

Lavoro: il numero degli occupati è sceso del 7,3%, un calo anche superiore al resto del Mezzogiorno. Purtroppo i più colpiti sono i giovani, il cui tasso di disoccupazione fra i 15 e i 34 anni è aumentato al 35,2% solo nell’ultimo anno. Gli studi però continuano a indicare che chi è laureato ha un po’ di possibilità in più di trovare lavoro. Nonostante ciò le iscrizioni all’università sono in calo.

Economia e credito: La situazione difficile colpisce anche i prestiti, diminuiti del 3,5%. Scendono i finanziamenti alle imprese, anche se in modo meno marcato del 2012 ( -4,1% contro -5,6%), mentre sono in netto calo i prestiti alle famiglie (-2,2% a fronte del -0,3% dell’anno precedente). Insomma quando si tratta di allentare i cordoni della borsa le banche ancora non se la sentono: “Paghiamo anche noi i contributi alla crisi e dobbiamo ponderare i rischi”, si giustifica Nevio Rodighieri, “prima si poteva offrire la casa in garanzia, ma ora non basta più”. In media anche il tasso di prestiti in sofferenza è cresciuto (+3,5%), tuttavia i tassi d’interesse sono leggermente aumentati (dal 7,7 all’8%).

Spesa pubblica. Nonostante la crisi, la spesa pubblica è aumentata attorno all’1,9%: in calo tuttavia quella per il personale(-1,6%) e stabile quella nel settore sanitario. La maggiore difficoltà per le amministrazioni resta pagare i debiti, ma anche qui ci sono miglioramenti: “solo” 207 giorni di media, contro i 281 dell’anno scorso; la Sardegna qui fa meglio di tutte le altre regioni del sud. Infine si è registrata una crescita delle entrate, nettamente più elevata rispetto alle altre regioni.

Giovanni Lorenzo Porrà Ultimo aggiornamento: 17-06-2014 15:46