Rassegna Stampa

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Salvatore Accardo e il suo violino al Teatro Lirico di Cagliari

Fonte: web Cagliari Globalist
11 giugno 2014

 

Un modo per rilanciare i grandi nomi della musica al Teatro Lirico di Cagliari e per allacciare legami con la società locale, da troppo tempo lontana dalla Fondazione

di Francesca Mulas

Di fronte a certi mostri sacri, a dei miti che hanno permeato la tua infanzia e adolescenza, a coloro che hanno fatto la storia della musica italiana, in effetti, non si va tanto per il sottile. E così poco importa la critica analitica al concerto del Quartetto Accardo che si è svolto lunedì 9 giugno al Teatro Lirico di Cagliari, nel quale Salvatore Accardo era primo violino (la parte principale). Non importa se l'intonazione non era perfetta, se certe note erano calanti, se l'insieme in genere funzionava poco. Perché comunque sul palco c'era lui, Salvatore Accardo, strumentista dalle mille onorificenze e dagli infiniti meriti artistici, che a quasi ottant'anni ancora si presente impeccabile con i suoi colleghi della formazione da lui fondata ( Laura Gorna al II violino, Francesco Fiore alla viola, Cecilia Radic al violoncello) per sostenere una buona causa. Lo spettacolo, fuori abbonamento, è stato infatti organizzato dal Rotary Club Cagliari allo scopo di raccogliere fondi e consensi a sostegno della Campagna regionale di prevenzione delle malformazioni congenite lanciata dal Club e dall'ASBI (Associazione Spina Bifida). La serata era molto conviviale, ma i brani in programma avevano il loro fascino: il Quartetto per archi in sol minore op. 10 di Claude Debussy, meraviglioso nella trattazione classica delle forme unita ad un'armonia modale, tipica dei canti gregoriani e lontana dal nostro odierno linguaggio musicale, e il Quartetto per archi n. 1 in Re maggiore op. 11 di Pëtr Il'ič Čajkovskij, il primo scritto dal grande compositore russo (quan'egli aveva appena trentun'anni). L'esecuzione di entrambi i pezzi non aveva nulla di trascendentale: pazienza, è stato comunque un modo per rilanciare i grandi nomi della musica al Teatro Lirico di Cagliari e per allacciare legami con la società locale, da troppo tempo lontana dalla Fondazione.

Nota a margine: presa dall'entusiasmo, la sottoscritta è tornata a vedere Il Flauto Magico, già recensito precedentemente. Solo due righe sul secondo cast: grande Sarastro-Aleksandar Stefanoski , se è concesso dirlo degno del primo cast così come Pamina-Talia Or e Regina della Notte-Christina Poulitsi. Bravissimo anche Papageno-Klaus Kuttler, che tuttavia, con tutta la buona volontà, non ha potuto reggere il confronto con Marcus Werba, nato per impersonificare l'uccellatore mozartiano.