Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tutto il piacere di un raffinato gioco di incastri

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2014


LIRICO. Quartetto di Venezia

 


U n intreccio di suoni fatto di sottili equilibri e rimandi melodici. La difficile arte della musica da camera, nelle mani del Quartetto di Venezia, è un raffinato e coerente gioco di incastri. L'Adagio iniziale del Quartetto n. 19 “Le dissonanze” K465 di Mozart, la settimana scorsa, nel concerto del Teatro Lirico di Cagliari, è esempio di finezza e eleganza, interpretato con virtuosismo discreto e sensibile. Un'atmosfera che si trasforma nell'Allegro vivace e nel Minuetto, nello stile istintivo tipicamente mozartiano, con riflessi di fresca esuberanza.
Uno scenario a cui fanno da contraltare i Cinque pezzi per due violini, viola, violoncello op.34 di Alfredo Casella, articolati dal Quartetto di Venezia con una carica emotiva che riflette, nelle dissonanze, sperimentazioni e tensioni del '900, alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. È una musica non facile, quella dell'esponente della mitica generazione degli anni '80, ed è merito di Andrea Vio, Alberto Battiston, Giancarlo di Vacri e Angelo Zanin, riuscire a passare da un orizzonte all'altro, ricostruendo quel filo che unisce il genere del quartetto d'archi nei secoli, declinandolo nelle sue diverse accezioni. La stoffa del gruppo è nell'intesa che emerge nei rimandi perfetti, unito a un armonico affiatamento, nel portare a compimento un programma arduo, realizzato con rigore analitico.
Una visione d'insieme che assume tratti ironici nella Valse ridicule, nell'impeccabile e perfetta rispondenza di tempi e incastri. Così come si anima di forza incisiva del fox-trot, disegnando un'arte un po' sghemba e vitale.
Complesso e sinuoso, l'universo artistico tracciato poi con il Quartetto n.16 di Beethoven, che trova nell'ensemble interpreti attenti alla concordanza stilistica e alla resa espressiva, affidata a suoni puliti e intonazioni sicure. A loro agio nell'intensità dei movimenti lenti, così come nel virtuosistico incalzare dei tempi veloci, offrono una lettura di fedele linearità. Il risultato è un concerto interessante e articolato, ricco di ispirazione, che ha conquistato gli applausi finali. Ripagati nel bis da un Allegretto di Šostakovik tra i ritmi pizzicati e le melodie scombinate di delicata e spiritosa vivacità.
Greca Piras