Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nel testo definitivo stangata del 26% anche sui depositi postali. Renzi: presto giù tasse anche a pa

Fonte: La Nuova Sardegna
24 aprile 2014


di Andrea Di Stefano wMILANO

Tagli per 240 milioni di euro, invece dei precedenti 200, che andranno divisi fra i ministeri e la presidenza del Consiglio, precedentemente esclusa. Bonus di 80 al mese fino a dicembre, per tutti i contribuenti con reddito fino a 24.000 euro (confermata l’esclusione degli incapienti con reddito lordo annuo sotto gli 8 mila euro). Tassazione delle rendite al 26% anche per conti correnti e depositi postali. Sono alcune delle novità del testo finale del decreto Irpef, approvato venerdì scorso dal Cdm e la cui pubblicazione è attesa per oggi. Intanto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato di «ripercussioni positive del bonus sul Pil», non escludendo che si possa superare la previsione di crescita dello 0,8% del Pil. Ma Renzi guarda già oltre: «Ho preso l’impegno con le partite Iva, gli incapienti e con i pensionati di proseguire nel lavoro iniziato con i dipendenti per l’abbassamento delle tasse», ha twittato ieri mattina durante la diretta da Palazzo Chigi. Il bonus. Il bonus fiscale sarà di 640 euro, 80 al mese fino a dicembre, per i contribuenti con reddito lordo annuo fino a 24.000 euro. Esclusi gli incapienti (chi non paga Irpef perchè le detrazioni superano il dovuto). Da 24.000 a 26.000 euro il bonus decresce fino a zero. Tagli ai ministeri. I tagli per ministeri e Palazzo Chigi salgono a 240 milioni di euro, invece dei precedenti 200. Le voci di spesa da ridurre vanno individuate con decreto del presidente del Consiglio entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Il peso maggiore del risparmio sarà per il ministero della Difesa che dovrà prevedere riduzioni (o anche compensare tra diversi capitoli) per 75,3 milioni nel 2014 e per 112,8 milioni dal 2015. Segue il ministero dell’Economia con 41,9 milioni nel 2014 e 62,8 nel 2015 e il ministero dell’Interno (35,1 milioni nel 2014, 52,7 milioni nel 2015). Tutti i ministeri, con un peso diverso, dovranno contribuire. Nel 2014 la riduzione è di 6,3 milioni per il ministro dell’Istruzione (ma non potranno essere toccate le spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche), di 900mila euro per il ministero del Lavoro, di 5,9 milioni per il ministero dei Beni Culturali, di 5,8 milioni per il ministero della Salute, di 12 milioni per il ministero della Giustizia, di 1,6 milioni per il ministero dello Sviluppo, di 3,4 milioni per le Politiche agricole, di 5,6 milioni per i Trasporti, di 1,3 milioni per l’Ambiente, di 5,1 milioni per gli Affari Esteri. Banche. L’imposta sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia in mano agli istituti di credito, che il dl Irpef ha alzato al 26%, dovrà essere versata «in un’unica soluzione entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013», a giugno. Conti e depositi. L’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie, che scatterà dal primo luglio, interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, nonchè interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp. Fondo taglia-cuneo. Il calo dell’Irpef dovrà proseguire dal 2015. E non partirà da zero perché un fondo per rendere strutturale il taglio del cuneo per i lavoratori dipendenti c’è già. Si parte con 2,7 miliardi per il 2015, 4,7 per il 2016, 4,1 per il 2017 e 2,0 a decorrere dal 2018: in totale 13,6 miliardi. Regioni in rivolta. Regioni e Comuni sono sul piede di guerra per quelli che considerano tagli insostenibili: oggi Conferenza straordinaria dei presidenti, convocata da Vasco Errani.