Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

1 febbraio 1945 Le donne e il diritto di votare

Fonte: L'Unione Sarda
24 aprile 2014

Sullo schermo scorrono immagini in bianco e nero. Il volto sorridente di Nilde Iotti. «Ammettere che la propria donna o le figliole andassero anch'esse a votare era una cosa che il maschio non poteva concepire se non per scherzo». Il frammento di un vecchio documento fa riavvolgere il nastro. Si ferma al primo febbraio del '45: giorno memorabile per le donne. Il diritto di voto viene esteso anche a loro. Eppure la novità fatica a essere accettata. «Le donne nell'Italia liberata continuavano a essere considerate un'appendice dei maschi», osserva Luisa Sassu, dell'Anpi.
La sala comunale del Search è affollata, platea quasi tutta in rosa, interventi rapidi e taglienti. «C'era il timore che le donne iniziassero a esigere sempre di più, spaventavano». Non si fermano: arriva l'Assemblea Costituente, le porte si spalancano per 21 donne su 556 deputati. Non tantissime, ma è un nuovo tassello. «Oggi siamo fermi», osserva Bruna Biondo, vicepresidente dell'associazione “Se non ora quando”. Il riferimento è alle scorse Regionali: «Solo quattro donne in Consiglio, un numero decisamente troppo basso». Il microfono passa a Lucia Cinus, presidente dell'associazione Nilde Iotti: «Nella nostra storia ci sono state donne straordinarie, ci hanno regalato la libertà e la democrazia. Abbiamo il dovere di conservare quei valori e difenderli». (sa. ma.)