Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il “museo” dei simboli religiosi

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2014


Coccarde, la Varita, la croce e il rosario di san Bonaventura, poi il cocchio di gala con il corredo di vecchi fucili, le statue del Santo, il libro degli ex voto e le pianete: un vero museo. Meta preferita dei fedeli e dei visitatori occasionali, i simboli religiosi della sagra del primo maggio sono custoditi in parte (i preziosi e i titoli sono al sicuro nelle cassette di sicurezza) in piazzetta Sant'Efisio, sede dell'Arciconfraternita del Gonfalone, e nella stessa sacrestia della chiesa.
La croce e il rosario di san Bonaventura si notano subito: vengono indossati dai confratelli il giorno della sagra sulla mantella bianca e sulla veste blu. La croce è stata acquisita dalla Confraternita di Sant'Efisio il 24 settembre del 1618 con l'aggregazione all'Arciconfraternita del Gonfalone. Di derivazione trinitaria (apparve in sogno a san Giovanni DeMatha) è stata suggerita da san Bonaventura ai raccomandati di santa Maria insieme alla regola e alla formula del rosario. Il rosso del braccio verticale simboleggia la carità della Vergine Maria, il bianco la sua verginità, il blu la regalità di Gesù figlio di Dio. Il rosario di san Bonaventura, di colore bianco, contiene 25 Pater Noster con il versetto Gloria Patri, 25 Ave Maria, altri 7 Pater Noster e 7 Ave Maria con il responsorio dei defunti Requiem aeternam. La Varita è il bastone con insegna d'argento: appartiene all'Arciconfraternita e vi sono raffigurate la Madonna del Riscatto e Sant'Efisio.
Tante le coccarde, simbolo di appartenenza alla festa: ciascuna riporta il numero della sagra e il nome del terzo guardiano che sovrintende alla festa. Alcuni esemplari degli anni Sessanta hanno i colori della bandiera italiana, della città di Cagliari e del Vaticano come le bandiere e i nastri del cocchio.
Pietro Picciau