Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il market al semaforo rosso

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2014

Decine di persone sbarcano il lunario agli incroci delle strade cittadine

 La guerra quotidiana per una manciata di euro


Sono quelli che tendono la mano al semaforo rosso, come li chiama Gian Maria Testa in Tela di ragno , uno straordinario e tristissimo blues dedicato ai fastidi, alle sofferenze e ai contrattempi della vita di ogni giorno. Sono tanti, spesso “lavorano” nello stesso posto da cinque anni. Altre volte ci stanno per qualche ora, giusto il tempo di racimolare qualche euro per mangiare. Qualcuno racconta la sua storia, altri non hanno voglia di parlare. Spesso dicono di non conoscere l'italiano, altre volte preferiscono un silenzio che nasconde diffidenza e paura. La vita di strada ha le sue strane regole.
AL SEMAFORO Hamu Bephar lavora per dodici ore al giorno. Mattina e sera, con il sole e sotto la pioggia. Sorride sempre, anche quando gli automobilisti fermi al semaforo lo mandano a quel paese. Gli ultimi cinque anni li ha trascorsi in città, tra la sua casa nel quartiere della Marina e il suo “negozio”: l'incrocio tra via Bacaredda e via Sant'Alenixedda, dove dal 2010 vende accendini, fazzoletti di carta. Quando va bene porta a casa poche decine di euro. A volte deve fare i conti con la “concorrenza”. Ce l'ha con i lavavetri che qualche volta occupano il suo spazio. «Non mi danno fastidio», sottolinea. In effetti non sono suoi concorrenti. Ma Hamu lascia intendere che quando da quelle parti arrivano rom o rumeni gli affari, già magrissimi, colano a picco.
L'ELEMOSINA Di solito chi arriva per primo occupa il posto per il resto della giornata. A Cagliari non c'è un racket dei semafori, come accade in altre città italiane. Non ci sono nemmeno problemi di ordine pubblico, ma gli screzi tra mendicanti non mancano. Si litiga spesso e qualche volta arrivano le forze dell'ordine, come è accaduto nei giorni scorsi in viale Ciusa davanti al Ctm. «Sono stata aggredita dalla zingara che di solito sta in via dei Donoratico», racconta tra le lacrime Silvia Messina. In pochi conoscono il suo nome, ma migliaia di persone la notano ogni giorno al semaforo in via dei Valenzani mentre chiede l'elemosina. Zoppica vistosamente, ha il volto segnato da una vita sicuramente povera di gioie. Racconta di non aver mai fatto uso di droghe, ma è solo un dettaglio. Ha una grossa cicatrice in testa («sono stata operata per un tumore»), pochi denti e i capelli secchi color rame. «Ogni tanto un'amica mi consente di lavarmi nella sua casa. Anche lei sta male, mi chiede 10 euro». Non se la passa meglio la zingara che staziona al semaforo di via Dei Donoratico. Non risponde alle domande del cronista e dice non conoscere l'italiano. Poi quando la mole di traffico aumenta si sposta in via Dei Valenzani, dove entra di nuovo in collisione con la “concorrente”. Gli sguardi si incrociano. C'è tensione, ma non accade nulla. Qualche giorno fa invece è arrivata al polizia. «Quella zingara ha preso il mio zaino e l'ha lanciato dall'altra parte della strada», spiega Silvia Messina. È andata decisamente peggio a un ragazzo originario del Gambia che chiedeva l'elemosina davanti all'ingresso di un supermercato in viale Marconi. La sua presenza non è stata gradita da tre donne rom che hanno chiamato compagni e figli. La discussione è finita con un pestaggio e il giovane africano è finito in ospedale. L'hanno aggredito sette persone, tra le quali un minore.
PALME E MIMOSE Il lavoro ai semafori ha le sue regole e le sue stagioni. L'8 marzo si vendono mimose, alla vigilia di Pasqua palme e ramoscelli d'ulivo. Presto gli ambulanti inizieranno a piazzare i parasole per proteggere le macchine dal caldo. Qualcuno già lo fa, come il giovane senegalese che lavora da anni in via Liguria. Un suo connazionale, con postazione in viale San Vincenzo lo farà d'estate a Villasimius. «Per ora vendo fazzoletti qui al semaforo, ma gli affari non vanno bene. Se poi arrivano i lavavetri andiamo via tutti a mani vuote». La zona di piazza d'Armi è infatti presidiata a tutte le ore del giorno da almeno due ambulanti. Ieri mattina con il senegalese c'era anche una rom, mentre alle 15 sotto il semaforo di viale Merello è arrivato un venditore di rose. Roberto, un giovane di Elmas, staziona invece davanti a un market in via Sant'Alenixedda: vende bietole, limoni e palme non benedette. «È Pasqua per tutti - dice - anche per noi».
Francesco Pintore