Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, no al sequestro

Fonte: L'Unione Sarda
31 marzo 2014


TRIBUNALE. Istanza dopo la rescissione del contratto decisa dal Cagliari
 

Respinta dai giudici la richiesta della ditta Clarin
 

Il Tribunale dice no alla Clarin: nessuna autorizzazione a entrare nel cantiere-Sant'Elia per riprendere attrezzature e materiali che la società di Fiano Romano rivendicava come proprie. E per ora nessun sequestro dello stadio. Venerdì è arrivata l'ordinanza del giudice sull'azione “possessoria” che la ditta aveva presentato alla fine dello scorso anno dopo la rescissione del contratto da parte del Cagliari. I vertici di viale La Playa avevano deciso di chiudere i rapporti con la Clarin Italia - nonostante i lavori al Sant'Elia non fossero ancora conclusi - dopo aver scoperto che l'azienda era in liquidazione (uno stato in cui era entrata esattamente un giorno prima di aggiudicarsi il cantiere dello stadio) ed era stata ceduta alla Clarin Tribune, riconducibile sempre agli stessi imprenditori.
L'APPALTO Proprio sotto questo aspetto il Tribunale ha dato ragione al Cagliari, perché è vero che la Clarin Italia aveva vinto l'appalto per smontare le tribune dallo stadio di Is Arenas e rimontarle all'interno del Sant'Elia, ma la società non avrebbe avuto poi i requisiti per l'aggiudicazione definitiva dei lavori. La Clarin sosteneva anche che alcune parti delle tribune di metallo costruite nello stadio cagliaritano fossero di sua proprietà. In particolare le passerelle che portano dai vecchi spalti di cemento armato a quelli provvisori, di marca “Layer”. Ecco, proprio queste sarebbero secondo il giudice di proprietà del Cagliari, anche perché gli avvocati Giuseppe Accardi e Giovanni Cocco hanno dimostrato che la società rossoblu aveva installato strutture di quella marca anche a Is Arenas. E poi la ditta aveva stipulato un contratto che prevedeva solo lo smontaggio delle tribune dall'impianto quartese e la reinstallazione all'interno del Sant'Elia. Non solo. Il Cagliari avrebbe invitato più volte la società a riprendere alcuni materiali lasciati nel cantiere.
PRIMO ROUND Questo è però solo il primo round della vicenda giudiziaria che vede contro Clarin e Cagliari: in Tribunale pende ancora una richiesta di sequestro di una parte delle strutture dello stadio. Due cause distinte, anche se ovviamente legatissime tra loro. A gennaio il giudice aveva tentato una conciliazione tra le parti, senza successo. E la società specializzata nella realizzazione di tribune metalliche aveva reiterato la richiesta di rientrare in possesso di attrezzature e materiali da lavoro per oltre un milione di euro. In questo caso il Tribunale ha nominato un consulente tecnico, che dovrà portare a termine una perizia sulle strutture. Solo dopo si arriverà a una decisione.
Michele Ruffi