Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, da domani la mostra L'Isola delle torri

Fonte: L'Unione Sarda
14 marzo 2014


Reperti da tutto il mondo alla Cittadella dei Musei per i cent'anni dalla nascita di Lilliu La storia allo specchio

 



S ono tantissimi e molti arrivano da oltremare, qualcuno dopo aver preso una strada sbagliata e pericolosa. Alcuni li conosciamo da tempo, altri sono addirittura famosi, altri ancora non si erano mai visti. Da domani saranno tutti a Cagliari per festeggiare i cento anni dalla nascita del loro più celebre conoscitore.
Verrebbe da parlare di una rimpatriata più che di una mostra per i reperti che in queste ore finiscono di comporre l'allestimento di “L'Isola delle torri - Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica”. È un grande appuntamento con la storia sarda remota che apre al pubblico domani alle 18 alla Torre di San Pancrazio, a un secolo da quando, a Barumini, venne al mondo il nostro più grande archeologo, unico sardo a sedere in quell'accademia dei Lincei che ieri mattina a Roma ne ha onorato la memoria con un convegno a Palazzo Corsini.
Nello stesso momento a Cagliari, nella Cittadella dei Musei, veniva presentata la mostra: sarà possibile visitarla fino a fine settembre, poi da novembre prossimo a marzo 2015 verrà allestita a Roma, al museo Pigorini: «Sarà un evento nazionale - spiegava ieri Maria Assunta Lorrai, direttore regionale per i Beni culturali - a trent'anni dall'ultima mostra nuragica: abbiamo sempre evitato quelle che colloquialmente chiamiamo mostriciattole e ora siamo felici di questa iniziativa». Felice della mostra - a tratti euforico nell'illustrarla - anche il soprintendente Marco Minoja, che dopo aver ringraziato «tutti coloro che hanno collaborato con entusiasmo, senza guardare agli orari e ai cartellini da timbrare» e in particolare le curatrici Luisanna Usai e Gianfranca Salis, ha sottolineato alcuni aspetti fuori dal comune di “L'Isola delle torri”. Intanto il gran numero di reperti - «Migliaia: quando finiremo di scrivere le didascalie saremo piuttosto stanchi» - e il fatto che in parte si tratta di opere trafugate dai tombaroli e in seguito recuperate dalle forze dell'ordine, in particolare alcuni bronzetti ritrovati a Torino e a Karlsruhe. In altri casi si tratta di prestiti da musei della Penisola, altri ancora sono reperti che escono per la prima volta dalla penombra dei depositi. Tutti, coralmente, raccontano una Sardegna dai molti contatti con Etruria, Campania, Penisola Iberica, e parlano di un'Età del Ferro «estremamente vivace, ben lontana dall'immagine declinante che in alcuni casi se ne dà».
E se ministero e università garantiscono per lo spessore scientifico e il valore divulgativo della mostra, il Comune ne apprezza (anche) il risvolto politico: l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni ieri inquadrava “L'Isola delle torri” come tappa di prestigio sulla strada che può portare Cagliari (« e la Sardegna») a diventare Capitale europea per la cultura nel 2019. D'altra parte proprio la Cittadella dei Musei che ieri ospitava la presentazione della mostra è stata teatro di una collaborazione agile e intensa fra Soprintendenza e Comune per un sistema integrato dei beni culturali del territorio.
Al tavolo degli organizzatori ci sarebbe stato spazio anche per la Regione: finora non è arrivata risposta, «ma la mostra dura un anno». Intanto domani si parte, nel nome «dello studioso che ha dato ai sardi gli strumenti per interpretare la propria storia come una vicenda di relazioni e scambi con altri popoli: in questi giorni è stato emozionante veder tornare a casa tanti manufatti sardi arrivati tanto tempo fa sulla Penisola, o realizzati in loco attraverso tecniche e saperi trasmessi dai nostri progenitori».
Celestino Tabasso