Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Due anni per cambiare volto all'area di via del Cammino Nuovo

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2014


IL COMUNE. Zedda: «Il nostro progetto rispetta l'ambiente e la stabilità del sito»

 


Dodici anni esatti. Tanto hanno impiegato i vari Consigli comunali (prima delibera con sindaco Delogu, l'ultima con Zedda) per dire sì al multipiano sotto Castello. Lo scorso 18 febbraio la parola fine: l'Aula ha approvato con 32 voti a favore su 33 consiglieri presenti (il presidente dell'Assemblea Goffredo Depau si è astenuto) la variante al “Piano particolareggiato di sistemazione degli spazi verdi circostanti il quartiere Castello”: con una spesa di 10 milioni spariranno i parcheggi di superficie dall'area di via del Cammino Nuovo per far posto a un parco sotto le mura e a 330 posti auto (165 riservati ai residenti di Castello e Stampace alto) distribuiti su tre livelli sotterranei. Ci saranno ascensori (uno da via Santa Margherita a via Cammino Nuovo, l'altro da via Cammino Nuovo a via Santa Croce), sarà riqualificata la zona di Santa Chiara e consolidati i contrafforti di età spagnola e le mura pisane del 1200. Due gli ingressi: all'angolo con via San Giorgio e in via Santa Margherita.
IL VERDE Prima del voto dell'Aula, Andrea Scano, presidente della Commissione urbanistica, ha chiarito come sarà la vegetazione destinata al parco: «Garantirà gli ombreggi, senza però compromettere la percezione delle mura. In questo modo verrà restituito a questo spazio il suo ruolo storico di area verde ai piedi delle mura, liberandolo dall'impatto visivo delle auto che invece troveranno posto nel parcheggio». La delibera indica il genere di verde: «Siepi, cespugli e erbe striscianti in equilibrio tra la specie tipiche del paesaggio».
IL SINDACO I critici del progetto accusano: la Giunta, dopo averlo contestato, ha portato in Aula e approvato il progetto della precedente amministrazione di centrodestra. Il sindaco Massimo Zedda: «Non capisco quale progetto venga contestato, visto che non esiste nessun piano preliminare. Il Consiglio ha solo approvato le linee guida dell'intervento, che attende ora il vero progetto. Inoltre in Comune non sono giunte osservazioni e quel che abbiamo fatto è studiare un intervento rispettoso dell'ambiente e della sicurezza del sito. In ogni caso, il nostro, è un progetto completamente diverso dal precedente».
LA COMMISSIONE Come e dove il progetto sia diverso da quello a suo tempo studiato dalla Giunta Floris lo spiega Andrea Scano, presidente della Commissione urbanistica. «Lo è dal punto di vista architettonico e di inserimento nel contesto, innanzitutto. Abbiamo eliminato tapis roulant, scale mobili, lampioni per l'illuminazione piuttosto vistosi e inadeguati, il punto ristoro sul “rivellino”. Inoltre abbiamo modificato gli ingressi: erano stati disegnati in modo impattante. Il tutto coordinandoci con le Soprintendenze e salvaguardando al massimo la visuale delle mura storiche».
I NUMERI In via del Cammino Nuovo c'è oggi un parcheggio a cielo aperto sotto le mura storiche della città di 6.000 metri quadrati per un totale di circa 170 parcheggi. «Noi», spiega Scano, «vogliamo togliere dalla vista quelle auto, realizzando un parco di 11 mila metri quadrati. Tra l'altro il progetto prevede anche di riqualificare la striscia di terreno che sale verso via Porcell, oggi in stato di totale degrado».
LA PARTE INTERRATA La parte interessata a parcheggio sotterraneo sarà del 30 per cento con un «buon incremento dei posti auto disponibili, con il grande vantaggio che riguarda la eliminazione delle auto dalla superficie». Maggioranza e opposizione concordano su un punto: eliminare le auto da Castello e diminuire quelle presenti a Stampace.
I RISCHI I lavori non metteranno in pericolo una zona già a rischio geologico? L'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras ricorda che sono state svolte approfondite indagini geognostiche tali da fornire garanzie e che il «progetto è stato redatto tenendo conto delle numerose indicazioni fornite dalla Soprintendenza, che ha poi dato parere definitivo positivo».
L'ASCENSORE Il presidente Scano: «Un ascensore interno alle mura sbucherà nei pressi del Ghetto degli Ebrei e attraverserà uno spazio già esistente all'interno delle mura». Sarà trasparente: «E consentirà di vedere da vicino una vecchia torre pisana del Duecento. Una testimonianza del Castello prima dell'occupazione spagnola. Gli ascensori saranno nascosti alla vista e realizzati all'interno della cinta muraria. Inoltre sarà risistemato quello di Santa Chiara».
I TEMPI Difficile ipotizzare l'arco di tempo di inizio e fine lavori. Scano: «Si può pensare ad un anno per le procedure di appalto e altri due anni per completare le opere».
Pietro Picciau


L'ARCHEOLOGA. M. Antonietta Mongiu

«Le mura di Castello,
bene da rispettare»

L'archeologa Maria Antonietta Mongiu immagina in un baleno le ruspe che frugano ai piedi del Castello, intuisce - con il colpo d'occhio dell'esperto affinato dallo studio - il possibile, nuovo profilo dell'area che s'affaccia su via Santa Margherita, ai piedi di via del Cammino Nuovo dove l'attuale parcheggio sarà sostituito da un parco e da un multipiano interrato per 330 auto. «Cambierà inevitabilmente il paesaggio», dice l'archeologa, ex assessore regionale alla Cultura nella Giunta di Renato Soru. «Muterà il paesaggio urbano concepito da chi abita a Castello». Un bene intaccato da un piano di trasformazione che Mongiu contesta: «Non rispetta il Piano paesaggistico». E sarebbe, questo, il male minore. «Eravamo convinti», dice la studiosa, rifacendosi a un suo intervento scritto con Franco Masala, «che l'amministrazione comunale avrebbe fatto un passo indietro dalla follia di voler manomettere le mura occidentali di Cagliari e un paesaggio tutelato dal Ppr del 2006. Ebbene, non è successo». Rivede il profilo storico della città (a partire dalla veduta pubblicata nel 1550 da Sigismondo Arquer) e mette in guardia: «C'è un delicatissimo contesto che rischia di essere compromesso. Le mura del Castello devono essere soltanto conservate. A maggior ragione dopo la sentenza del 2013 del Tar su Tuvixeddu». (p. p.)