Rassegna Stampa

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Luca Zingaretti e la responsabilità de 'La torre d'avorio'

Fonte: web Cagliari Globalist
3 marzo 2014

CULTURA

 

Luca Zingaretti, attore e regista della commedia di Ronald Harwood per la Stagione di prosa 2013/2014 del Cedac.

[MARGHERITA SANNA]
 

di Margherita Sanna

"Se dovevo tornare a teatro dopo la cavalcata della Sirena ci dovevo tornare a modo mio, con un testo che portasse delle cose vere, delle urgenze". Racconta Luca Zingaretti intervistato da Gianfranco Capitta nello spazio "Incontro con gli artisti", organizzato dal Cedac Sardegna presso il Cinema Odissea di Cagliari venerdì 28 febbraio. E queste urgenze le ha portate davvero sulla scena con "La torre d'avorio" (titolo originale: Taking Sides, nel significato di schierarsi, prendere posizione), commedia scritta da Ronald Harwood, scrittore e drammaturgo sudafricano famoso per "Il servo di scena", la sceneggiatura de "Il pianista" e tanti altri. Berlino, 1946 Wilhelm Furtwängler (interpretato da Massimo De Francovich), uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento, deve presentarsi dinanzi al Tribunale degli Artisti della Commissione di Denazificazione. La denazificazione - iniziativa voluta dagli alleati all'indomani della vittoria- avrebbe dovuto eliminare dalla società civile i nazisti e i rimasugli di quella ideologia, ma come ben rappresenta Harwood nella sua commedia, non fu esattamente così. Wilhelm Furtwängler, reo di non esser scappato dalla Germania e aver continuato a dirigere l'Orchestra Filarmonica di Berlino, contribuendo quindi a conferire un'immagine prestigiosa e colta della Germania nazista, non è mai stato nazista, né tantomeno si è iscritto al Partito. Il suo restare è stato un "restare per l'arte", esserci per salvaguardare la cultura musicale tedesca, proteggere l'unica cosa di valore per lui stesso: la musica. Il maggiore Steve Arnold (Luca Zingaretti, che firma anche la regia de "La torre d'avorio")- incaricato di condurre le indagini preliminari sul Direttore d'Orchestra- non la pensa allo stesso modo; lui è un uomo pragmatico, con un passato nelle assicurazione, che conosce bene l'animo umano fraudolento, sempre pronto ad accordi e sotterfugi pur di sopravvivere. Lui ha la sua verità che vuole confermare con le indagini, i dati oggettivi, Furtwängler la sua. "Come potete trovare la verità? Non esiste una cosa simile". Dice Tamara Sachs (interpretata da Francesca Ciocchetti), vedova di un pianista ebreo aiutato da Furtwängler, enunciando fin dalle prime battute l'unica verità che emergerà dalla commedia. "La commedia finisce senza dare un giudizio- ha affermato Massimo De Francovich nell'Incontro con gli artisti- finisce male, ne escono tutti male. Ciò che si salva è la musica, il motivo per cui Furtwängler è rimasto in Germania". Zingaretti riesce a portare in scena il dramma dentro la commedia con leggerezza e credibilità. Massimo De Francovich è un perfetto Furtwängler, dice bene Zingaretti quando dice di lui "penso che al di là della bravura, al di là del prestigio che Massimo porta allo spettacolo, è veramente l'unico attore italiano che porta sulla scena quel tipo di allure di cui noi avevamo bisogno, quel tipo di autorevolezza che un personaggio come Wilhelm Furtwängler ha bisogno quando va in scena". La scena è essenziale: l'interno dell'ufficio di Steve Arnold, un divano, qualche sedia, il giradischi come spartiacque tra i due mondi del maggiore e del direttore d'Orchestra, dei tavoli, e molto grigio tutt'intorno con giochi di penombre e luce. L'essenzialità esterna che si scontra con la complessità delle tematiche trattate: era giusto che Furtwängler restasse? E il suo salvare gli ebrei musicisti che gli chiedevano aiuto era un atto di coraggio o un'assicurazione per il futuro denazificato? La sua responsabilità come uomo e artista qual era? Ed è proprio sul concetto di responsabilità che il regista, l'attore e l'uomo Luca Zingaretti spende parole importanti durante l'Incontro con gli artisti: "Da quando la società è stata strutturata per separazioni dei compiti ognuno ha una responsabilità e se non svolge questa sua attività la responsabilità si ripercuote sulla società stessa. Basterebbe che in questo Paese ognuno tornasse o cominciasse a fare il proprio mestiere come andrebbe fatto e tutto tornerebbe magicamente apposto. Il discorso della responsabilità è una cosa che mi appassiona molto perché io questa cosa qui la sento molto come peso. Sento molto che le mie azioni, le mie scelte si ripercuotono non solo sulla mia vita, ma anche sulle persone con cui vivo insieme, che siano i cittadini di una città, gli italiani, gli europei o via dicendo". E responsabile è stato Luca Zingaretti, come regista e attore, portando in scena uno spettacolo così difficile, ambiguo, e bello nella sua complessità, ma soprattutto è stato responsabile nello scegliere questo testo, farlo conoscere, diffonderlo, conscio che il successo del suo commissario televisivo avrebbe certamente attirato un pubblico vario, così com'è stato. La platea era piena al Teatro Massimo di Cagliari, e così sarà ancora oggi, per l'ultima data cagliaritana de "La torre d'avorio" nella Stagione di Prosa del Cedac, alle 19, sempre al Teatro Massimo di Cagliari. Ma un successo così palese non è dovuto solo a due bravi competenti attore, ma ad un'intera compagnia di cui può ben dire Zingaretti "Credo che questa sia una delle più valenti compagnie che girano sul territorio italiano da due anni a questa parte. Mia nonna diceva sempre "se vuoi far andare bene una cena, oltre a rifornire i commensali dell'ottimo cibo e di buon vino, bisogna non sbagliare gli ospiti, nel senso li devi mettere a cena pensando che queste sono persone che possono conversare, perché magari se il gelo cala sulla tavola hai voglia di portar polpette, son dolori arrivare alla fine della serata!" Paolo Briguglia (il tenente David Wills), Caterina Gramaglia (Emmi Straube), Gianluigi Fogacci (Helmuth Rode), Francesca Ciocchetti (Tamara Sachs), sono stati non solo degli ospiti ben scelti per questa cena nella Torre d'avorio, ma essi stessi padroni di casa. Dice bene Massimo De Francovich: "In Italia c'è l'evento, c'è lo spettacolo geniale, e poi ci sono dei salti anche molto in basso. Se ci fosse un plafond di spettacoli così io penso che sarebbe una cosa molto bella anche per il pubblico".