Rassegna Stampa

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Porto, la protesta dei pescatori di S. Elia: "Cosa dobbiamo fare?"

Fonte: web Castedduonline.it
28 febbraio 2014

I pescatori chiedono un incontro con il comandante Di Marco dopo il blitz della capitaneria nei giorni scorsi

 

Autore: Federica Lai il 27/02/2014 11:36

 

Protesta dei pescatori di Sant'Elia al porto di Cagliari, dopo il maxi blitz della settimana scorsa. Sono in tutto trenta e chiedono un incontro con il comandante della Capitaneria di porto, Vincenzo Di Marco. "Nei giorni scorsi - spiegano - siamo stati multati e non solo per il semplice fatto di non essere in regola. Oggi siamo qui appunto per capire cosa dobbiamo fare per lavorare in regola". Con loro anche il consigliere comunale del Gruppo misto, Claudio Cugusi, che nei giorni scorsi ha presentato un'interrogazione urgente al sindaco Zedda. Disponibilità da parte della Capitaneria di porto che nei prossimi giorni farà iscrivere i pescatori alla categoria "gente di mare", che a quel punto potranno costituire delle cooperative. Poi spetterà alle altre istituzioni, Comune e Regione, rilasciare le relative licenze e decidere quali zone della città destinare alla pesca. Il blitz della Capitaneria di porto era scattato sabato scorso, 22 febbraio, nello specchio di mare antistante il quartiere di Sant’Elia. Dall'esito dell’operazione sarebbero emerse alcune supposte violazioni commesse dai piccoli pescatori, ai quali é stato ritirato il materiale per la pesca e applicata una sanzione di un migliaio di euro circa. A detta dei pescatori, però, a bordo dello loro barche ci sarebbero stati solo qualche calamaro, pezzi di piccola pesca, e una rete necessari per portare a casa l’indispensabile per il sostentamento e non per mettere in piedi un business illegale per la pesca di frodo. "Non dimentichiamo - sottolinea il consigliere Claudio Cugusi - che nei giorni scorsi, a seguito di un episodio simile, un pizzaiolo di Napoli ha deciso di togliersi la vita perché incapace di affrontare le difficoltà economiche. Chiedo perciò al sindaco Zedda se non consideri anch’egli quantomeno vessatoria l’azione delle forze dell’ordine, portata avanti con un tale dispiegamento di uomini e mezzi, nei confronti di pescatori che cercano solo di affrontare le crisi devastante che colpisce i ceti sociali più deboli dei quali essi fanno parte. E se non ritenga opportuno, pur riconoscendo la necessità del rispetto delle normative vigenti, intervenire presso la capitaneria di porto, che avrebbe condotto l’operazione, affinché i pescatori sanzionati possano almeno recuperare le attrezzature sequestrate, fondamentali per il loro sostentamento".