Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ex Marino sfregio del Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
21 gennaio 2014

Il vecchio ospedale da anni è un rudere sulla spiaggia - L'edificio realizzato da Badas dovrebbe diventare un centro di recupero per sportivi

 

Uno sfregio. Una ferita che spunta dalla sabbia grigio topo del Poetto con il suo scheletro di cemento armato incorniciato dall'immondezza. L'ex ospedale Marino è il simbolo dell'incuria, dell'incapacità politica di mettere a disposizione della città un tesoro. Quel mostro, bollato come Bene storico - che oggi ospita senzatetto e d'estate ragazzini in cerca di avventure forti tra botole, labirinti bui e macerie - giace stanco, ucciso da burocrati, giochi di potere e da interessi trasversali senza colore politico.
Era stata la Giunta regionale guidata da Renato Soru a scrivere il futuro di quella che, prima di diventare un ospedale, era una colonia estiva per i figli dei lavoratori di organizzazioni sindacali fasciste progettata dall'architetto Ubaldo Badas. Un polo dedicato alla cura, alla riabilitazione e al benessere a disposizione, soprattutto, di sportivi e di anziani del nord Europa per svernare nel paradiso terrestre del Golfo degli Angeli.
GARE E INTOPPI Il 21 marzo 2007 la gara pubblica per recuperare e trasformare l'ex ospedale viene assegnata alla Sa&Go (di Angelo Cerina e Sergio Porcedda, proprietario dello stabilimento balneare Il lido e, con Marco Tardelli, della discoteca Tsunami), San Maurizio (un centro benessere piemontese) e Policlinico città di Quartu. Le idee erano davvero bellicose. Ma ecco i primi intoppi. Il soprintendente Paolo Scarpellini, non coinvolto nello studio dei progetti, sei mesi dopo l'aggiudicazione della gara si prende una rivincita e firma un decreto che vincola il vecchio ospedale Marino e lo dichiara di interesse culturale, storico e artistico. In pratica, Scarpellini è favorevole alla trasformazione in beauty farm a patto che si rispettino le situazioni originarie. Una botta per la società vincitrice che aveva strutturato il suo business plan su condizioni che ora non sono più le stesse. La Sa&Go fa retromarcia e chiede i danni alla Regione, colpevole di aver cambiato le regole in corsa.
L'ILLUSIONE Nel 2010 la sorpresa: il Consiglio di Stato dichiara vincitrice della gara la Prosperius di Firenze, esclusa dalla procedura prima dalla Regione e in seconda battuta dal Tar. Riparte la trafila. Conferenze di servizi, incontri, carte bollate e progetti, questa volta affidati all'architetto Enzo Satta per trasformare l'edificio del Badas e il corpo aggiunto che ospitava il Pronto soccorso (che dovrà essere raso al suolo). Varrebbe la pena, per politici e burocrati, non prendere sottogamba il progetto che, con un investimento di decine di milioni di euro, darebbe lavoro a centinaia di persone assunte e preparate - fa sapere Mario Bigazzi, responsabile della Prosperius - in collaborazione con l'Ateneo cagliaritano.
IL CAMBIO Nel frattempo gli scenari politici si sono invertiti: la Regione è guidata dal Centrodestra, il Comune dal Centrosinistra. Si invertono anche gli ostacoli. Ora viale Trento preme per una soluzione veloce della vicenda, palazzo Bacaredda tira il freno a mano. I tecnici comunali, gli unici su diciotto enti a non concedere il nulla osta, chiedono delle varianti al Puc, che il sindaco dice ora approvate. I tempi si dilatano, e non si intravede ancora la parola fine.
E l'ex ospedale Marino resta uno sfregio che Cagliari non merita.
Andrea Artizzu