Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E adesso vanno deserte anche le aste

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2014

 

Esecuzioni mobiliari e immobiliari, pignoramenti e decreti ingiuntivi: dati che fanno paura

 

Le imprese continuano a fallire, sempre più case vengono battute all'asta e i pignoramenti di beni sono in crescita allarmante. È quanto emerge dai dati elaborati dagli uffici Fallimenti ed Esecuzioni del Tribunale di Cagliari. Quest'ultimo negli ultimi quattro anni ha pronunciato, in media, 11 sentenze dichiarative di fallimento al mese: 124 nel 2010, 115 nel 2011, 129 nel 2012, e 97 al 30 settembre 2013.
Altri dati, affiancati a questi, dipingono un quadro a tinte sempre più fosche: quelli relativi alle esecuzioni immobiliari e mobiliari, case e beni pignorati e finiti all'asta. Nei primi nove mesi del 2013 sono stati confiscati 810 immobili, 220 in più rispetto al 2007. Vanno ancora peggio i pignoramenti di auto, arredi e gioielli: le esecuzioni mobiliari sono schizzate dalle 2.919 del 2007 alle oltre 5.800 del 2013.
Poi ci sono i dati sui decreti ingiuntivi (il giudice ordina al debitore di pagare entro un determinato periodo) e concordati preventivi (procedure concorsuali che tendono a evitare la dichiarazione di fallimento): i primi nell'ordine dei 3mila all'anno, con andamento costante; i secondi, passati dai 6 del 2010 ai 14 del 2013.
Ma c'è un elemento che non trova spazio nelle tabelle numeriche ed è ancora più rivelatorio: «Più che nell'aumento dei fallimenti dichiarati - dice Francesco Sette, presidente del Tribunale - la crisi è ravvisabile nella difficoltà di chiudere il fallimento perché non ci sono compratori né delle attrezzature né dell'azienda dichiarata fallita. Una volta avviata la procedura fallimentare, le aste si concludono con risultati non favorevoli sia per il creditore che per il debitore». Non si vende più, quindi, come avveniva invece durante i periodi floridi (2010, ma anche 2005-2006): per partecipare alle aste immobiliari bisogna disporre di liquidi spendibili nell'immediato.
Ancor più preoccupante è la crescita delle esecuzioni mobiliari, legata a doppio filo all'aumento dei problemi economici delle famiglie. La maggior parte dei debitori perde quanto costruito nel corso di una vita per «mancati adempimenti degli obblighi di assistenza familiare, non corrisposti per impossibilità a pagare, ma anche cartelle esattoriali e affitti non pagati», spiega ancora Sette. Anche perché, aggiunge, «chi va incontro a un'esecuzione mobiliare non deve pagare cifre altissime». Ma nessuno compra. Restano invenduti anche i gioielli messi all'asta: in questi casi, il creditore può chiedere che gli venga consegnato direttamente il bene pignorato. Meglio poco che niente.
Veronica Nedrini