Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Famiglie tartassate»

Fonte: L'Unione Sarda
10 gennaio 2014

I sindaci e le associazioni dei consumatori contro il governo Letta:
molti contribuenti non riusciranno a pagare le tasse sulla casa -

 

I rischi sono due. Uno generico: che i rincari ci siano per tutti. L'altro più mirato: che a pagare siano i soliti noti. All'indomani della decisione del governo di aumentare le aliquote della Tasi, la tassa sui servizi indivisi che insieme a Imu e Tari (rifiuti) andrà a costituire il calderone Iuc (Imposta unica comunale), le preoccupazioni sul nuovo tributo sono evidenti e arrivano dai consumatori ma anche dai sindaci. Anzi, gli amministratori comunali sono quelli più preoccupati. Perché spetterà a loro, ancora una volta, fare da esattori nei confronti dei cittadini, con margini di manovra veramente irrisori. Non solo. L'aumento dell'aliquota base, dal 2,5 al 3,3 sulla prima casa e dal 10,5 all'11,4 per mille sugli altri immobili, darà la possibilità ai sindaci di prevedere, in piena autonomia, detrazioni per le fasce deboli e le famiglie con maggiori difficoltà economiche. Ma quanti saranno coloro che potranno realmente usufruirne?
POCHE AGEVOLAZIONI I sindaci sono preoccupati perché si corre il rischio di non avere la possibilità di aumentare gli sconti ad alcune fasce di popolazione. «Con la riduzione dei trasferimenti dallo Stato, la nostro autonomia è talmente ridotta che sarà difficile capire come possiamo prevedere sconti, posto che i servizi, ad esempio già con la Tares per quanto riguarda i rifiuti, devono essere totalmente coperti dalle entrate comunali», spiega il numero uno sardo dell'Anci (l'associazione dei Comuni), Cristiano Erriu. E Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, lanciano l'allarme sul fatto che «i criteri e i controlli sulla misura e sui beneficiari di tali detrazioni dovranno essere rigidissimi: non vorremmo che, come spesso accade, gli evasori finissero per godere di ampie agevolazioni e a pagare per intero fossero sempre le solite famiglie a reddito fisso».
ZONE SVANTAGGIATE Se il principio di dare maggiore autonomia ai sindaci nel decidere la tassazione «è condivisibile», afferma ancora Erriu, «c'è una bella differenza tra le zone più ricche del Paese e quelle più povere, dove invece si rischia di non raggiungere un livello di introiti tale da coprire i servizi primari». C'è poi anche un altro rischio, affermano i sindaci: «Con l'aumento della tassazione sulle famiglie, potrebbero aumentare quelle che non pagano le tasse perché non ce la fanno e quindi, a quel punto, prevedere detrazioni per le fasce più deboli sarebbe del tutto impossibile, se si vorrà evitare di chiudere il bilancio comunale in rosso».
I CALCOLI Passando poi ai freddi numeri, sia le associazioni dei consumatori che la solita Cgia di Mestre, spiegano che le differenze tra Imu e Tasi, a partire dal 2014, si sentiranno eccome, soprattutto dopo l'innalzamento delle aliquote deciso dal governo. Secondo l'Osservatorio nazionale di Federconsumatori, la Tasi comporterà in media per le famiglie italiane un esborso che - senza considerare le detrazioni - potrebbe variare per la prima casa dai 247 euro dell'aliquota al 2,5 ai 326 euro in media con quella massima del 3,3 per mille. Ma ci sono anche casi, ha segnalato ieri il Corriere della Sera, in cui per un'abitazione di 120 metri quadrati in categoria A/2 in una città come Torino si arriverà a pagare fino a 720 euro. Una bella stangata, a cui si dovrà poi aggiungere Tari (la tassa sui rifiuti) e Imu, se si tratta di una seconda abitazione, il che comporta anche un incremento ulteriore dell'aliquota Tasi.
Per quanto riguarda poi i capannoni e gli immobili commerciali, l'aggravio di tasse nel passaggio dall'Imu alla nuova Iuc (comprensiva di Tasi e Tari, dunque) comporterà un aggravio fino a 769 euro. E se i contribuenti non pagheranno perché non ce la fanno, anche i Comuni rischiano di andare in default. L'unico bilancio che si chiuderà bene è quello statale, che passerà l'esame di Bruxelles. Ma a costo di quali sacrifici?
Giuseppe Deiana