Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Stadio, priorità alla sicurezza»

Fonte: L'Unione Sarda
9 gennaio 2014

Il nuovo questore interviene sul Sant'Elia: pronto al dialogo - Nella sua prima intervista Filippo Dispenza parla anche di ordine pubblico, droga e rapine

 

Appassionato di calcio, tifoso del Palermo, una militanza nella giovanili della Juventus e Gigi Riva come «mito assoluto». Dati questi presupposti il nuovo questore Filippo Dispenza, 60 anni, palermitano, in arrivo da Alessandria, non poteva sfuggire alla domanda più spinosa del momento: l'odissea stadio. Una questione a cui ieri - durante il primo incontro con la stampa in Questura - non si è sottratto, spiegando in modo chiaro il suo punto di vista: massima collaborazione e dialogo ma nessuno sconto sul versante sicurezza.
«Appena arrivato ho fatto un giro sia a Is Arenas che al Sant'Elia - sono le sue parole - , il problema stadio è molto importante perché non è solo un fatto sportivo ma anche sociale. Credo che in passato il problema avrebbe dovuto essere affrontato con più buonsenso da parte di tutti, spero che adesso si riesca a guardare avanti. Ma sia chiaro che per me la priorità assoluta è la sicurezza dei cittadini che frequentano lo stadio, degli atleti e degli agenti addetti all'ordine pubblico: laddove è in gioco la sicurezza non sono possibili deroghe, su questo sono chiaro e netto da adesso. Dopo col dialogo si possono trovare le soluzioni migliori perché alla gente sarda bisogna dare un progetto serio e definitivo».
Stadio a parte, ha già chiare le priorità da affrontare?
«Mi sono confrontato coi miei predecessori e so che tra i problemi principali c'è innanzitutto l'ordine pubblico legato alla crisi economica ed occupazionale e ai movimenti di protesta connessi. Come questore di Alessandria mi sono occupato di Tav e delle tensioni legate alla sua realizzazione. Non ho mai cercato lo scontro, non mi piace mostrare i muscoli, preferisco di gran lunga il dialogo, perché la visione che ho è di una polizia trasparente e amica dei cittadini, che da essi deve trovare legittimità e consenso ogni giorno. L'unico conflitto sarà coi criminali e con chi non rispetta le leggi. Saremo durissimi nella repressione, garantiremo la libera manifestazione del pensiero e la protesta ma non tollererò che i miei agenti diventino dei bersagli».
Cagliari e la Sardegna sono sempre più crocevia di traffici di droga, come pensate di contrastare il fenomeno?
«Si tratta di un problema mondiale, di recente sono stato in Colombia dove la lotta ai cartelli dei narcos ha ottenuto grandi risultati. L'attività investigativa non può prescindere dunque dalla sinergia tra le polizie dei vari Paesi, anche perché la Sardegna è spesso base di transito di grossi traffici internazionali. Ritengo però che sia fondamentale anche la prevenzione. Credo molto nei progetti di educazione alla legalità rivolti ai giovani e sono a disposizione delle scuole per andare a parlare coi ragazzi di questo problema».
A Cagliari sono in leggero aumento le rapine agli esercizi commerciali, ritiene che sia colpa della crisi?
«No, non ho mai creduto a questo legame, per esperienza dico che dietro i reati predatori, specie quelli violenti come le rapine, ci sono quasi sempre figure criminali ben precise che non hanno nulla a che vedere con l'anziano o il padre di famiglia in difficoltà economica. Quando arrivai ad Alessandria la provincia era al quarto posto per questo tipo di reati, ora è al sessantesimo. Lavorerò allo stesso modo, qua c'è una squadra Mobile che funziona benissimo, così come le volanti. Incrementeremo le pattuglie per le strade, non sappiamo quanti crimini si evitino con una maggiore presenza nel territorio, ma siamo sicuri che sono tanti».
Sa che il Centro di prima accoglienza per gli immigrati è dentro l'aeroporto civile?
«Come no, sono stato direttore nazionale del servizio immigrazione e ho affrontato la questione già nel 2008. Ne parlerò col prefetto, perché è necessario che questa situazione anomala venga risolta».
Cosa si aspetta da questo incarico a Cagliari?
«Qui ho tanti amici, vengo da 20 anni in vacanza. Amo la Sardegna e la gente sarda, che ha una grande dignità. Mi aspetto di non deluderli e di fare squadra con le altre forze di polizia e le istituzioni locali, tutti insieme al servizio dei cittadini».
Massimo Ledda