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A Cagliari il Natale ortodosso. L'appello del console bielorusso: "Più spazi per la comunità"

Fonte: web SardegnaOggi.it
7 gennaio 2014

Uno spazio di aggregazione per sentirsi meno soli e un’area di culto più grande per i momenti di preghiera. La comunità ortodossa a Cagliari, oltre duemila persone soprattutto russi, ucraini e bielorussi, celebra il Natale nella chiesetta di Nostra Signora della Speranza, a Castello. Giuseppe Carboni, console onorario della Bielorussia nell’isola: “Bisogna tenere conto di questa nuova realtà, le istituzioni ci diano una mano per creare momenti di integrazione tra i cittadini dell’est Europa e i cagliaritani”.

CAGLIARI - La maggior parte sono donne e fanno le badanti, ma gli uomini non mancano. Tra oggi e domani festeggiano la Vigilia e il Natale ortodosso (il Patriarcato di Mosca fa riferimento al calendario giuliano). E’ ormai nutrita la comunità ortodossa cagliaritana, tra chi è arrivato da un anno e chi ha praticamente piantato nuove “radici” a tanti chilometri di distanza dalla terra d’origine. Oltre 2mila, si supera quota tremila se si considera la comunità romena. La chiesetta di Castello, come al solito, è piena: circa cinquanta fedeli presenti. Ma il problema di uno spazio più grande per pregare e per vivere momenti di svago e di integrazione con i sardi è solo uno dei problemi che vivono gli ortodossi cagliaritani.

Qualche esempio: nella parrocchia di Sant’Eulalia, alla Marina, è ospitata la biblioteca russa, tremila testi ma i metri quadri a disposizione sono pochi. Giovedì è in programma un pomeriggio musicale con sonorità dell’est europa ma in tono minore rispetto agli altri anni. “La Regione ha cambiato i parametri per accedere a finanziamenti dedicati alle minoranze. E’ necessario trovare spazi per aggregare e far sentire meno sola la comunità ortodossa”, spiega Giuseppe Carboni, dal 2007 console onorario della Bielorussia per tutta l’isola, “anche una chiesa più grande sarebbe utile, potrebbe esserci un ritorno anche per il turismo russo e dell’est europeo, in crescita negli ultimi tempi. Penso ai croceristi, girando per la città resterebbero sicuramente entusiasti nel trovare un’area per il loro culto. Non si può non tenere conto di questa nuova realtà migratoria”, prosegue Carboni, che non manca di fare un plauso “ai sardi, sono molto ospitali, in questi giorni stanno ospitando cinquanta bambini bielorussi, che girano per la nostra bella città. L’aspetto economico è tutto a carico delle famiglie ospitanti, un ottimo segnale, ma invito soprattutto il Comune a confrontarsi con questa realtà, per creare davvero un’integrazione valida”.

Punta sul “senso della comunità”, concetto molto forte nei paesi dell’est europeo, padre Mikhail Povaliaiev, parroco della chiesa Ortodossa Russa, unico riferimento religioso per gli ortodossi cagliaritani dal 2011: “Siamo una comunità molto unita, tanto più per le occasioni religiose. Certo, la data di questo Natale non aiuta, qui in Italia è un giorno lavorativo e molte badanti non hanno la possibilità di assentarsi dal lavoro, magari il contratto collettivo nazionale dei lavoratori potrebbe tenere conto di queste giuste necessità”, dice il parroco della chiesa di Castello, “stiamo dialogando con la diocesi cagliaritana per avere una chiesa più grande, finora le uniche possibili sono fuori città, difficili da raggiungere per i fedeli. L’augurio è che per la Pasqua, tra circa quattro mesi, si possa finalmente avere un luogo di culto più capiente, dove poter pregare ma anche fare attività ricreative, come fanno abitualmente anche i cristiani cattolici”.