Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari diventa un logo

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2014

Gadget griffati: via al bando per i produttori - Il Comune darà in concessione la licenza d'uso del marchio territoriale

 

La base d'asta è di 39mila euro, somma che corrisponde alla percentuale minima di royalties del Comune. Il futuro concessionario dovrà versare almeno il 5% sugli incassi.

A San Babila le magliette con l'icona di Milano sono in vendita da un anno, Torino ha inaugurato già nel 2010 una linea di merchandising fatta di foulard, penne e bloc notes su cui vengono stampati motti e modi di dire piemontesi. Ora anche Cagliari avrà i suoi gadget griffati: il Comune darà in concessione la «licenza d'uso del marchio territoriale» con cui si potranno realizzare «prodotti personalizzati».
TERMINI DELLA GARA Il bando è stato pubblicato pochi giorni fa, ma per conoscere i progetti delle società che parteciperanno basterà aspettare la fine di gennaio, quando scadranno i termini della gara. La base d'asta è di 39mila euro, somma che corrisponde alla «percentuale minima di royalties a favore del Comune sul fatturato annuo relativo alla vendita dei prodotti oggetto della concessione». Il futuro concessionario dovrà versare almeno il 5 per cento sugli incassi.
L'ASSESSORE ARGIOLAS «Il marchio territoriale di Cagliari è un simbolo su cui bisogna investire», spiega l'assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas. «Poco dopo il nostro insediamento abbiamo puntato su questo progetto, con la scelta del logo, che ricalca il profilo della Sella del Diavolo ed è immediatamente riconducibile alla nostra città. Ora abbiamo deciso di valorizzarlo». Il marchio Cagliari, un baffo rosso che può ricordare anche un gabbiano in volo, sarà stampato su gadget di ogni tipo: «Penso a tazze, buste, matite, magliette. Certo, tutto deve essere fatto in maniera strutturata e coerente con un'azione precisa, come viene fatto anche in altre città. È una cosa estremamente innovativa, che svilupperemo sicuramente nei prossimi mesi», conclude Argiolas.
IL PRODUTTORE Il Comune potrà anche «imporre al concessionario di consegnare annualmente, a sua semplice richiesta, prodotti inerenti la concessione, per un controvalore di 1.000 euro», come specifica il bando. L'amministrazione potrà anche acquistare altri gadget dal produttore, ma a prezzo scontato. Dettagli che verranno definiti con la chiusura dell'appalto.
GLI ESEMPI In alcune grandi città dove progetti simili sono stati già avviati non sono però mancate le polemiche sulla provenienza degli oggetti, su cui poi è stato stampato il marchio della città. In molti casi magliette, tazze e penne arrivano direttamente dalla Cina. Ecco perché il bando del Comune prevede che l'azienda vincitrice ai impegni «affinché i prodotti siano realizzati, in misura non inferiore al 30 per cento, sul territorio italiano, anche attraverso una filiera produttiva locale e con la predilezione di realtà aziendali a carattere sociale». La percentuale inizialmente era più alta (70 per cento), ma è stata abbassata «in maniera tale da allargare ulteriormente le possibilità di partecipazione alla gara».
Michele Ruffi