Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La donna ferita nell'amore: i colori di Ortese secondo Iaia

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2013

Parla l'attrice, protagonista di “Interno familiare” venerdì alla Vetreria di Pirri
 
La Forte a Cagliari: «Racconto una figura cechoviana»
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«Non ho scelto la scrittura femminile per ideologia: amo fare cose che siano rappresentative e facciano scoprire scrittori importanti e figure dimenticate». Portare in scena le pagine di Anna Maria Ortese per l'attrice Iaia Forte è azzeccare i colori vibranti con cui la scrittrice sentiva il mondo. Da “Il Mare Non Bagna Napoli” l'artista napoletana ha tratto lo spettacolo “Interno familiare” e venerdì, alle 21, lo porta alla Vetreria di Pirri, nel cartellone de “La Rosa bianca”, progetto dedicato alla donna firmato dal Crogiuolo. Una compagnia con cui una delle migliori attrici italiane, dotata della miscela esplosiva di talento puro e divismo sobrio, ha stretto un solido legame. «Hanno ancora la passione del teatro e seguono logiche che non sono populiste e di compromesso», afferma al suo rientro da New York. La musa di Pappi Corsicato e Mario Martone era oltreoceano diretta da quest'ultimo, sul palco, per le “Operette morali” di Giacomo Leopardi. In quella soave libertà di movimento tra teatro e cinema guarda agli Stati Uniti sperando nell'Oscar per Sorrentino (con lui era nel cast de “La grande bellezza”) mentre a teatro è fresca di lodi e applausi per il travestimento in Tony Pagoda, il cantante napoletano melodico, protagonista del libro, firmato sempre dal regista, “Hanno tutti ragione”. «Spero di portarlo l'anno prossimo in Sardegna». Per ora sbarca con la lettura scenica della Ortese.
Perché proprio queste pagine?
«È il racconto di una donna ferita nell'amore e che rinuncia a vivere la propria vita. Una figura checoviana e la cosa più interessante è la descrizione della famiglia, quasi luogo mostruoso di costrizione. Il suo è uno sguardo violento che trovo affascinante, specie per la nostra cultura italiana che mette in luce in maniera positivista».
La musica è stato il suo primo amore, negli studi al Conservatorio. Oggi in che modo la usa?
«Come aggiunta espressiva: non è un commento ma la uso per amplificare o negare la percezione dello spettatore. E la ritengo fondamentale nel racconto orale».
Il giudizio su cinema e tv?
«Stupendo per il primo: un'annata bella per tutti i registi che mi piacciono. Ma a parte Corsicato, Garrone, Sorrentino e Martone, non vedo grandi novità. Per la tv, facendo molto teatro, mi sarebbe difficile farla e preciso che non ho problemi morali intendendola come mezzo. Ma in Italia, la tv pubblica per cui paghiamo il canone dovrebbe dare qualcosa in più, come succede con le grandi serie negli Stati Uniti».
Il teatro gode di buona salute in Italia?
«È in crisi, come tutto il nostro Paese, ed è necessario un sostegno serio delle istituzioni. Ma finché esisterà un uomo che ascolta e uno che parla esisterà il teatro. E secondo me non scomparirà mai».
Cosa serve davvero al teatro?
«Serietà, invece spesso vengono premiati attori che fanno cinema. Ma queste sono operazione alla Valtour».
Manuela Vacca
@ManuelaVacca