Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ultima fermata delle Province sarde

Fonte: L'Unione Sarda
10 dicembre 2008


L'imprenditore Onorato: «Raccoglieremo le firme per abolirle»

Il punto sul piano che dovrebbe portare all'eliminazione degli enti intermedi anche nell'Isola.
C'è chi, in Sardegna, è pronto a raccogliere le firme. Per battere il ferro finché è caldo, per dare la spinta decisiva a cancellarle tutte, non più solo quelle nuove. In un sol colpo. Le Province - a giudicare dalla proposta del premier Silvio Berlusconi, anticipata nell'ultima campagna per le Politiche e ribadita di recente - avrebbero i giorni contati. Non c'è soluzione diversa all'orizzonte, almeno nel solco di una riduzione dei costi di una macchina amministrativa sempre più pesante. E, benché la Lega abbia fatto la voce grossa, facendo capire che non è né il caso né il momento, l'assist è stato colto al volo da alcune frange dell'opposizione, Udc in testa. I riflessi del dibattito nazionale non si sono fatti attendere nell'Isola.
FAVOREVOLI Gianni Onorato, l'imprenditore cagliaritano che cinque anni e mezzo fa mise insieme un team referendario (formato dal penalista Luigi Concas, dall'amministrativista Alberto Azzena, dall'avvocato Pietro Biggio e dal costitutuzionalista Giuseppe Contini, il docente di Storia moderna Francesco Manconi) per abrogare i nuovi enti prima della nascita, non ha bisogno di troppi giri di parole per esprimere la sua linea contro le Province: «Non servono a nulla, sono una mangiatoia per politici “trombati”, ingolfano un apparato burocratico già pesante senza». Quindi? «Pur ribadendo la nostra posizione, cioè quella di non stare né con gli uni né con gli altri, attendiamo le decisioni del Governo. In questa fase stiamo alla finestra. Ma se al pensiero non seguirà l'azione, assieme a un gruppo di giuristi e intellettuali, sono pronto a ripetere una battaglia di libertà», conclude Onorato, «fuori da ogni schema partitico, raccogliendo le firme per la loro eliminazione. Ora come allora».
CONTRARI Roberto Deriu, presidente a Nuoro e dell'Unione delle Province sarde (Ups) confida di aver votato contro, l'11 maggio del 2003, il referendum istitutivo dei 4 nuovi enti intermedi sardi: «Ma si recò alle urne solo il 10 per cento. Così il Consiglio regionale ha deciso lo schema amministrativo che prevede 8 Province. Semmai», dice Deriu, «se da un lato sono bistrattate in ogni modo, dall'altro gli enti intermedi vengono gravati da una gamma di competenze sempre più vasta, che spazia dagli spettacoli all'autorizzazione di termovalorizzatori, dal trasporto dei disabili a scuola alla lotta agli insetti nocivi. Davanti a tutto questo, non ci è stato attribuito nuovo personale e, tra le risorse erogate e quelle necessarie per far funzionare i servizi, mancano all'appello 63 milioni». In sostanza, come ricorda Francesco Putzu, segretario generale dell'Ups, «si porranno grosse difficoltà a chiudere i bilanci del 2009». Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari, ritiene che tutta la vicenda finirà in una bolla di sapone: «Le Province vanno abolite perché sono causa di sprechi?», s'interroga l'ex sindaco di Quartu: «Allora, non vedrei male il taglio di qualche ministero, addirittura della Regione. Ragioniamo sulle competenze di ognuno, sul ruolo e sulle funzioni: in questo contesto le Province garantiscono un equilibrio territoriale positivo».
I DUBBIOSI Qualche perplessità ce l'ha anche Pasquale Onida, presidente della Provincia di Oristano: «Gli enti intermedi sono stati rovinati dalla politica e, va detto, per il ruolo che hanno oggi andrebbero eliminate», dice l'ex assessore regionale all'Ambiente: «Lasciatevelo dire da uno che viene da lontano: sostituirle con le Unioni dei Comuni e con i consorzi sarà un errore di cui tutti si pentiranno».
LORENZO PIRAS

10/12/2008