Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Spazi culturali, gestione in alto mare

Fonte: L'Unione Sarda
15 ottobre 2013

Progetti per Villa Muscas, ExMa' e Ghetto. Nessuna domanda per Castello di San Michele e Lazzaretto

 

Un anno fa il bando, ma il Comune non ha ancora deciso a chi darli

Il Castello di San Michele e il Lazzaretto di Sant'Elia non li vuole nessuno. Almeno non nei termini pensati dall'amministrazione comunale, dato che per la gestione dei due centri culturali non è arrivata manco una manifestazione d'interesse. Per gli altri, al netto delle domande escluse per un motivo o l'altro, in gioco ci sono due proposte per Villa Muscas, due per il Ghetto degli ebrei, una per l'Exma'. «La Commissione ha esaminato i progetti e predisposto delle schede, ma ancora non sono stati individuati i vincitori», dice l'assessore alla Cultura, Enrica Puggioni. Per ulteriori informazioni - molto poche per la verità - bisogna mandare una mail, che viene girata al dirigente, il quale risponde, per iscritto all'assessore: «Si prevede di pubblicare i bandi di gara entro novembre così da individuare i concessionari finali entro il primo trimestre del 2014».
Un anno fa l'avviso pubblico con cui, per la prima volta in Italia, veniva applicato il project financing alla cultura. Cioè uno strumento - che un esperto ha definito «la locuzione magica evocata quando le risorse pubbliche scarseggiano» - nato per realizzare opere come strade, parcheggi, eccetera. Spiega Puggioni: «Accanto alla programmazione è stato necessario introdurre regole certe e trasparenti nell'affidamento dei centri comunali (soltanto cinque, ndc.) al fine di garantire la possibilità del più ampio coinvolgimento possibile e quindi di un pluralismo artistico e culturale. La scelta di utilizzare la finanza di progetto risponde a una ben precisa visione. Questo strumento innovativo che viene sperimentato da Cagliari e per il quale abbiamo ottenuto l'assistenza tecnica gratuita della Presidenza del Consiglio dei Ministri pone le basi per la costruzione di partenariati pubblico-privati attivi fin dalla fase della prima progettazione consentendo un coinvolgimento del territorio nelle scelte relative all'individuazione delle funzioni e dei progetti per i diversi spazi».
Il meccanismo è complicato: il concessionario viene scelto attraverso due diverse procedure. Con la prima viene individuato il promotore, che fornisce un progetto preliminare. Con la seconda viene selezionato l'affidatario della concessione, con diritto di prelazione per il promotore. Dopo la prima gara, la stazione appaltante (cioè il Comune) approva il progetto preliminare del promotore e fa una nuova gara sulla base di quel progetto. Qualora non ci siano offerte più vantaggiose la concessione verrà aggiudicata al promotore, altrimenti il promotore vanterà il diritto di prelazione purché sia disposto ad adeguare la propria offerta a quella che la “stazione appaltante” ritiene economicamente più vantaggiosa.
Le buste sono state aperte sei mesi fa e ora si attende la chiusura della prima fase. In ballo ci sono (e la notizia non arriva da Palazzo Bacaredda ma dalle associazioni, che chiedono di accelerare i tempi): Camù per l'Exma' e il Ghetto, Ilisso di Nuoro per il Ghetto. Per villa Muscas due progetti: uno presentato dal Festival internazionale Jazz in Sardegna, Luigi Pomata e S'Iscandula di Dante Olianas; l'altro, battezzato “Cumbidai”, è a cura di Susanna Tornesello, Silvia Doneddu, Valeria Atzori e Alessandro Mameli.
«Perché non ci siamo proposti anche per il Castello e il Lazzaretto? Semplice: la predisposizione di un piano di finanza di progetto ci è costata 15 mila euro, ne abbiamo presentati due, il terzo non ce lo potevamo permettere e non ne valeva la pena. Questo sistema di fatto ha tagliato fuori tutti i piccoli», dice Fabrizio Frongia, presidente di Camù, il consorzio che per molti anni, grazie agli accordi con il Comune e la Regione, ha riunito i gestori dei centri comunali Castello San Michele, Exma', Il Ghetto, Cripta di Santa Restituta e Torre dell'Elefante e, dal 2011, si occupa dei servizi di Info Point culturale e Archivio multimediale nella Mediateca del Mediterraneo. «La verità», prosegue Frongia, «è che i centri dovrebbero essere sostenuti dal Comune, le associazioni non ce la fanno e i biglietti staccati per mostre o spettacoli sono un numero talmente esiguo che non bastano a ripagare neppure la metà dei costi di gestione. Se il Comune mettesse a correre un milione e mezzo di euro potrebbe far marciare tutti gli spazi, ma non li ha. Forse bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli, o venderli a privati».
E ora? «Non siamo minimamente preoccupati del fatto che non ci siano state domande per il Castello e il Lazzaretto. Stiamo valutando diverse ipotesi, e chiunque sia interessato può comunque presentare un progetto di gestione, la finanza di progetto non richiede un bando specifico», spiega l'assessore Puggioni. «Per quanto riguarda il Lazzaretto, rientra in una sfida più ampia che è quella della riqualificazione del quartiere Sant'Elia, è uno spazio molto attivo, con iniziative che vanno dalle residenze d'artista al punto bibliotecario. Attualmente c'è un'associazione che ha la gestione, finanziata dalla Regione, e le cose possono anche rimanere così».
Cristina Cossu