Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quelle commissioni superflue che nessuno vuole abolire

Fonte: L'Unione Sarda
9 settembre 2013


CONSIGLIO COMUNALE. Si occupano del controllo sugli alloggi pubblici
 

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Gli uffici del Comune ci provano da anni: per loro le due commissioni per gli alloggi pubblici sono «non indispensabili» e andrebbero abolite. Peccato che fino a ora le proposte di delibera per cancellare «gli organismi collegiali» che hanno potere di controllo (e non solo) sulle graduatorie e sulla “mobilità” degli assegnatari dell'edilizia popolare si siano sempre scontrate con il muro di gomma alzato dalla politica, a cui spetta l'ultima parola. E il Consiglio ogni volta ha votato contro l'eliminazione delle commissioni. Un finale che rischia di essere scritto anche martedì prossimo, quando l'aula esaminerà il documento partorito il primo luglio dal Servizio Affari istituzionali.
COMMISSIONI SUPERFLUE Il testo unico degli Enti locali, nel 2000, obbligava a individuare «gli organismi con funzioni amministrative ritenuti indispensabili». Tra questi, per gli uffici di Palazzo Bacaredda, non rientrano quella «per la formazione della graduatoria per gli alloggi Erp» e quella «per la mobilità degli alloggi Erp». Nella prima siedono cinque consiglieri: Gianni Chessa (Udc), Marisa Depau (Sel), Mondo Perra (Psi), Maurizio Chessa (Pd) e Aurelio Lai (Ancora per Cagliari), insieme a un presidente nominato dal tribunale, due sindacalisti e un rappresentante dell'agenzia Area. Nella seconda i politici sono solo due: Gianni Chessa e Marisa Depau. Fino a poco tempo fa era previsto un sostanzioso gettone extra. Ora invece si possono incassare al massimo gli stessi soldi previsti per la presenza nelle altre commissioni (circa 70 euro lordi), a meno che non si sia già raggiunto - come spesso capita - il tetto massimo di 20 gettoni al mese per consigliere.
SIAMO I CONTROLLORI «Questo dimostra che non lo facciamo certo per i soldi», spiega Chessa (Udc). «Il nostro ruolo è importante perché verifichiamo e controlliamo il lavoro degli uffici, riducendo così i ricorsi e evitando errori all'amministrazione». Il suo voto sarà contrario perché «i tempi non sono ancora maturi: ci sono ancora troppe leggi in materia e noi serviamo anche a fare chiarezza». Non sarà l'unico. Anzi: è probabile che in Aula il fronte pro-commissione sarà ampio e bipartisan. I «no» saranno bipartisan, visto che i rappresentanti nei due organi collegiali arrivano da entrambi i poli. La delibera, al primo confronto con il Consiglio, ha incassato il pieno di astensioni: la settimana scorsa il documento è stato esaminato dalla commissione Affari generali, che ha scelto all'unanimità di non esprimersi. Ma in aula sarà un altro film.
Michele Ruffi