Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fernanda Sanna: donna, corpo e identità

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2008

altr'arte Exmà di Cagliari fino a domenica



Al centro della sala della Torretta, all'Exmà di Cagliari, una teca protegge un'inquietante maschera femminile: un viso di donna segnato dai tratteggi del chirurgo plastico prima dell'intervento. Sul cranio, tra i capelli, una forchetta rossa sporca di sangue. Ridicolous drama rappresenta l'ossessione per il cibo, che devasta il corpo e passa per la mente. I dipinti alle pareti raccontano altri corpi femminili alla ricerca di un'identità perduta. Una donna caccia l'anima in un piatto vuoto, un'altra mangia la coda di una lucertola, verde come il capezzolo spezzato in due, un'altra ancora affida a tre tele distinte e ravvicinate la scissione del suo corpo.
Trentaquattro anni, cagliaritana, Fernanda Sanna è oltre che artista psicologa di professione e sa dar voce con felice e dolorosa immediatezza alla scissione dell'io, alla sofferenza di un'identità assente, alla finzione dominante dei corpi e delle emozioni. Lo fa raccontando di disgregazioni e mercificazioni, usi e abusi di una corporeità plastificata, manipolata, bersagliata da una pubblicità ormai dominante. Corpi imperfetti che cercano (o fingono) perfezione, corpi che devono restare categoricamente uguali a se stessi.
«Con uno stile che ricorda la Belle Époque e la cartellonistica, attraverso un tratto essenziale, Fernanda Sanna racconta aspetti della realtà con incisività e gusto per il colore», scrive nella presentazione Giacomo Pisano, che con Carla Rubiu organizza da due anni per il centro culturale del Comune la rassegna altr'Arte, dedicata alla valorizzazione dei giovani artisti sardi. Il tempo è un insetto sul vetro è il titolo della mostra, che resterà aperta fino a domenica: un richiamo nostalgico ai giochi infantili segnati dai tempi della natura, un monito ad accettarli. Solo quei ritmi lenti possono tener salda la nostra identità che cambia, e farci accettare i necessari compromessi con il nostro corpo.
MARIA PAOLA MASALA

02/12/2008