Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cus, i canoisti costretti a vogare tra i rifiuti

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2008

Il presidente dell'associazione sportiva ha inviato una lettera al numero uno dell'Autorità portuale



Strutture fatiscenti, risorse all'osso, condizioni sanitarie estreme: è questo lo scenario con cui devono fare i conti tutti i giorni, da vent'anni, i canoisti del Cus Cagliari. Oltre sessanta ragazzi, dai quattordici fino ai trent'anni, per inseguire la loro passione sono costretti a sfidare il freddo, la fatica, ma soprattutto il degrado di una sede ritagliata accanto alle acque malsane di un canale di Sa Scaffa. Vincoli che tracciano una situazione insostenibile, denunciata per l'ennesima volta pochi giorni fa, in una lettera indirizzata all'Autorità portuale, dal presidente della sezione canoa del Cus Adriano Rossi.
LA PROTESTA Nella struttura di via dei Calafati, dalla fine degli anni Ottanta la casa del Cus Canoa, tutto ciò che viene messo a disposizione degli atleti è racchiuso in uno spicchio di terra che si affaccia su un canale morto. Gli armamenti delle imbarcazioni sono raccolti in un capannone decadente, mentre le canoe sono parcheggiate in uno sterrato chiuso da un modesto cancello. L'ingresso delle barche in acqua avviene attraverso un pontile di fortuna, costruito dai ragazzi con le loro mani. È da quel molo fai da te che i canoisti si dirigono quotidianamente verso lo stagno di Santa Gilla, mettendo a rischio la propria salute. In teoria, infatti, le acque del canale che i ragazzi attraversano dovrebbero essere depurate e quindi sicure. La verità è che un intervento di bonifica non c'è mai stato. «Da quando siamo qui, nessuno è mai venuto a pulire», conferma il presidente Rossi. «Lo stato delle acque è pietoso, il fondo del canale non è dragato e le sponde, con discariche di rifiuti pericolosi, non sono definite, con rischi di sprofondamento per chi si avvicina. Così si mette a repentaglio l'incolumità dei ragazzi, delle famiglie e dei dirigenti».
I PROGETTI Negli anni, sono stati avanzati dal Cus numerosi progetti per una nuova sede nautica ma ogni volta, al momento di decidere, il buon esito delle trattative è stato ostacolato da problemi di carattere normativo o burocratico. Il presidente dell'Autorità portuale Paolo Fadda sostiene di essere al corrente della situazione ma di non avere avuto ancora il tempo per esaminarla: «La nostra idea è di riservare uno spazio del porto a tutte le società impegnate in attività sportive in mare, affinché possano svolgere in sicurezza il loro lavoro, coinvolgendo un numero sempre maggiore di ragazzi», rassicura. ( l. m. )

30/11/2008