Rassegna Stampa

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Corso Vittorio Emanuele pedonalizzato, una scelta che divide

Fonte: web cagliaripad.it
13 giugno 2013

Da luglio la via sarà chiusa alle auto, si replica l’esperienza non esaltante dell’anno passato. Abbiamo chiesto a chi nel corso vive o lavora cosa ne pensa del nuovo progetto del Comune

Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it


 

Il Corso pedonalizzato divide commercianti e residenti, ma non convince sino in fondo entrambi.

L’idea del Comune è di replicare l’esperienza dell’anno scorso, ampliando la zona da interdire alle auto. Si lavora infatti a una chiusura tra la piazza Yenne e via Tigellio (esclusa), ma dovrebbe essere consentito il passaggio alle auto che scendono da via Palabanda. Si dovrebbe partire dal primo finesettimana di luglio, il venerdì e il sabato dalle 20.30 i ristoratori avranno la possibilità di sistemare i tavoli in strada, ma dovranno essere tolti alle due del mattino, mentre la strada riaprirà al traffico alle tre.

“Se c’è una via che ha storia è questa – affermano orgogliosi i residenti del Corso – qui ha vissuto Gramsci, Cocco Ortu, c’è la villa di Tigellio, dovrebbe tornare ad essere il salotto della città”. Invece, la lamentela più comune è che la via è sporca, piena di buche e con cassonetti maleodoranti perché troppo di rado svuotati. Per chi abita nel Corso, un intervento di riqualificazione dell’intera zona dovrebbe essere fatto prima di trasformarlo in un’area pedonale.

I commercianti sono più favorevoli ad un’immediata chiusura della via alle auto, ma temono si ripeta la non felice esperienza dell’anno passato, quando il Comune di fatto “ha preteso che ci arrangiassimo da soli”, spiega Marco Manca, titolare di un locale all’inizio del corso Vittorio Emanuele. “Non basta mettere due transenne per fare un’isola pedonale – continua Manca – bisogna che la via sia chiusa da fioriere e la via abbellita non con due palloncini, magari con delle bancarelle che invoglino le persone a venire”.

Anche l’idea di mettere i tavolini all’aperto non convince i tanti ristoratori del Corso. “La strada andrebbe chiusa tutto l’anno – dice Roberto Cinus, davanti al suo locale – solo così la via diventerebbe un salotto”. I dubbi nascono soprattutto dal costo che è stato chiesto ai titolari dei locali per sistemare all’esterno i loro tavoli. Si parla di 300 euro a testa per il progetto da presentare al Comune e altri 250 euro per la realizzazione. Un investimento che, evidentemente, è ritenuto eccessivo solo per qualche weekend estivo.

“Dobbiamo riprenderci i turisti che vengono dirottati sempre e solo alla Marina – è convinta Caterina Ares, titolare di una gelateria nel Corso – ma prima di tutto dobbiamo rendere più bella la via. Io come posso mettere dei tavoli all’aperto se davanti al locale ho una sfilza di cassonetti sempre pieni e puzzolenti?”.