Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vieni all'Exmà a fare il bucato (questa è arte)

Fonte: L'Unione Sarda
7 giugno 2013

DA OGGI. A Cagliari

 

Il catino, la bacinella, il bacile, comunque lo si voglia chiamare, questo oggetto di forma variabile tra cerchio, rettangolo, quadrato ed ellisse, è parte della vita di tutti. L'abitudine di fare il bucato è un antico rituale in origine collettivo, un momento di aggregazione sociale e scambio verbale, oggi è diventato, invece, un'operazione solitaria, spesso detestata.
Eppure, queste bacinelle in mostra da oggi alle 18.30 nella sala della Torretta del Centro Comunale d'Arte e Cultura Exmà di Cagliari, vi conquisteranno. “Piove a catinelle” è la collettiva di bacinelle d'artista che caratterizza il sesto ciclo espositivo della rassegna d'arte contemporanea Vamp, curata da Giacomo Pisano, visitabile sino al 30 giugno.
Margherita Atzori, Delira Duprè, Matteo Tuveri, Venefica, Lucido Sottile, Wood70, Giulia Marini Alviani/Micettaminù, Kippy, Ferai Teatro, Marie Corte, Laura Fortuna, P.Ticca Szadrò, Fernanda Sanna & Jun Fender, Lisette, Ange & Milly, Stefano Raccis aka TreCani dell'Amore, Stefano Obino, Matteo Muggianu, Evelise Obinu, Naropina Cloridrato: questi sono i venti artisti che hanno messo il loro estro per inventare una bacinella da mostra.
Artisti di professione o per l'occasione, casalinghe disperate o felici di esserlo, appassionati di bacinelle e feticisti del bucato sono i protagonisti di “Piove a catinelle”, un momento di freschezza nella stagione estiva cagliaritana che coinvolge le professionalità più diverse, perché, indipendentemente dal ruolo che si ricopre, la bacinella è una costante della vita di ogni uomo. Medici, giornalisti, stylist, mistress, attori, tatuatori, architetti, musicisti, scrittori, drag queen, grafici, impiegati pubblici, artigiani, si sono misurati con questo elemento comune regalando spunti di riflessione e momenti di ilarità. «C'è chi ha preferito raccontarsi attraverso il proprio lavoro», spiega Giacomo Pisano, «e chi invece ha svelato interi capitoli della propria vita, anche i più dolorosi, regalandoci qualcosa di veramente personale».