Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

SANT’ELIA, ORA SERVE UN COMITATO DI SAGGI

Fonte: Sardegna Quotidiano
15 aprile 2013

SANT’ELIA, ORA SERVE UN COMITATO DI SAGGI

di Luigi Coppola

Il calcio è una cosa seria e i problemi, in primis quelli relativi allo stadio Sant’Elia, vanno affrontati con serietà, con professionalità, senza demagogia, senza giocare con i sentimenti dei tifosi. Sul tavolo vanno messe tutte le carte e poi si apre il confronto. 1°) Cagliari calcio spa è, sul piano giuridico, di proprietà di Massimo Cellino ma la squadra appartiene da sempre, sul piano emozionale e psicologico, ai tifosi. Il Cagliari esiste perché Cellino lo ha comprato ma anche perché migliaia di persone, le più diverse per cultura e censo e prima di Cellino (sarà così anche dopo), si ritrovano a tifare per quella squadra, per quella maglia rossoblu. 2°) Ne deriva che Cagliari calcio spa pur essendo una società privata è anche un bene pubblico. 3°) Se il Cagliari gioca a Trieste è perché il proprietario privato della società, al momento della iscrizione al campionato, ha indicato lo stadio di Trieste come stadio “casalingo”. 4°) Ancora: se il Cagliari gioca a Trieste è perché sono falliti i tentativi, di fatto velleitari, di tentare di costruire uno stadio ad Elmas e poi di trasformare il campo sportivo di Quartu Sant ’Elena in uno stadio di calcio, spendendo ( a vuoto?) più di otto milioni di euro. 5°) L’abbandono dello stadio di San Elia è stato motivato dallo stato di degrado dell’impianto e dalla verrtenza tra cagliari cagliari spa e Comune di Cagliari su canoni d’affitto non pagati e manutenzione ordinaria e straordinaria insufficiente o del tutto assente. 6°) Tutto questo come se le vicende del Cagliari dovessero essere oggetto di un ” duello ” personale tra il presidente Cellino e il sindaco Zedda, dopo essere state dormienti per decenni. I tifosi, a riprova del loro ruolo non secondario, hanno deciso di seguire Cagliari-Inter attraverso la radio sistemandosi all’esterno degli impianti sportivi rossoblu ad Assemini per manifestare vicinanza e solidarietà a Cellino. Ecco un punto di partenza: i tifosi chiedono che il Cagliari torni al Sant ’Elia e che lo stadio venga ristrutturato per ospitare degnamente le gare di serie A e offrendo adeguate comodità al pubblico. A questo punto ritengo che ci sia un solo modo efficace e concreto per venire a capo della questione: il confronto tra Comune e Cagliari calcio spa, confronto che deve essere sollecitato dalla società sportiva. Per preparare al meglio l’incontro, però, visto che il Comune ha indetto nel frattempo un concorso di idee per lo stadio, sarebbe opportuno dar vita ad una commissione di tecnici, di esperti, designati da Comune e Cagliari Spa, presente anche una rappresentanza dei tifosi, per elaborare un piano di intervento che tenga conto degli irrinunciabili diritti del Comune, delle richieste del Cagliari e delle aspettative dei tifosi. In breve un “comitato di saggi” che in un paio di mesi, sulla base di tutti i documenti elaborati sulla questione, sia in grado di portare a sintesi ed elaborare una proposta condivisa facendo piazza pulita di parole, strumentali demagogie e alibi veri o presunti, portando in piena luce tutti gli elementi del “problema” Sant ’Elia. Ad oggi sembrerebbe che tutto dipende da Cellino, dalla sua volontà. I tifosi del Cagliari, ma anche tutti i soggetti interessati all’indotto che il campionato di calcio di serie A favorisce, attendono