Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ecco gli invisibili della notte

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2012


Il tour dei City Angels, un gruppo di volontari che porta cibo e vestiario ai senzatetto

La colonia dei clochard nascosta tra vagoni e garage

Fa freddo la sera, soprattutto c'è umido. Ma loro, bardati di giubbotto rosso, basco, pantaloni coi tasconi e anfibi, non lo temono. I City Angels sanno che, nella città degli invisibili il freddo punge di più. E allora bisogna fare in fretta. Il coordinatore Rocky organizza le squadre: tiene con sé Misia, Liquid e Penelope; poco dietro seguono Grisù, Ultimo, Falco e Sirio. Misia e Grisù vengono da Senorbì, Penelope è alla sua prima esperienza, Liquid ha appena 20 anni e studia Medicina, Falco è un operatore del verde pubblico. Qualche altro è disoccupato, ma la generosità verso il prossimo supera lo sconforto per se stessi. Alcuni si riempiono gli zaini di coperte e vestiario, altri raccolgono panini e paste rimasti invenduti in alcuni bar e paninoteche del centro, e insieme iniziano il tour dei senza tetto.
IL TOUR In piazza Matteotti, a sei ragazzi del Bangladesh gli Angels offrono un dolce imbustato. Sorrisi, strette di mano e via, si va ai vecchi binari delle Ferrovie dello Stato. La nebbia dev'essersi fermata tutta qui: il freddo umido penetra nei grossi giubbotti rossi, si insinua tra le fibre dei pantaloni e quasi inibisce l'uso di viso e mani. Piccole torce illuminano appena la ferrovia: Rocky batte sulla lamiera, da dentro una voce femminile invita a salire a bordo.
È Patrizia, 46 anni: fra le braccia tiene la bimba di un'amica, un fagotto di nove mesi appena. Vive con Antonio, di 43, l'amore che da tre anni riesce a fargli dimenticare i troppi “ex”: un ex marito alle spalle, un ex lavoro in un call center, un ex appartamento in affitto, un ex girovagare in piazza del Carmine. E una figlia, tredicenne, cui non riesce più a dire la vita che fa. Antonio, ex militare semi-invalido, si arrangia con qualche lavoretto qua e là, «ma quando ti chiedono la residenza è finita, nessuno ti vuole più».
STAZIONE A febbraio pare verranno demoliti i vagoni, l'unica prospettiva sembra la strada. Di nuovo. «Qualcuno mi consiglia di prendere la bambina, sfondare una casa e prendermela con la forza», dice Patrizia. «Ma non ci sembra corretto nei confronti del Comune. Certo, ci aiutasse a trovare una sistemazione…». Le lacrime scivolano sul volto dei due, ma subito le asciugano e sorridono ai soldati della beneficenza: «Sono i nostri angeli, e non solo perché ci regalano abiti e coperte, ma perché ci ascoltano, ci confortano e ci fanno sentire vivi». Le candele stanno per consumarsi nel freddo vagone, e gli altri clochard aspettano.
GARAGE La marcia della solidarietà procede verso via Sonnino. All'angolo con via Roma c'è un palazzo di bell'aspetto e le auto, parcheggiate all'interno, sono quasi tutte dei suv. Ma sotto, nei garage interrati, ci sono loro: sette, otto vagabondi (fra loro anche una ragazza) che, avvolti nella disperazione, provano a darsi forza a vicenda.
Giovanni, lì da due anni e mezzo, racconta di essere nato 57 anni in una grotta di Tuvumannu: la sua prima culla, un cassetto del comò. Dopo avere saldato i debiti con la giustizia la società gli ha voltato le spalle, e ora prova a buscare qualche soldo facendo il pescatore o aiutando le anziane a portare a casa la spesa.
LE STORIE Gigi, di due anni più piccolo, è originario di Castello e vive per strada da 25 anni. Sposato e vedovo, ha intrapreso la carriera dello sputafuoco, ma una pleurite gli ha negato anche questo. Sotto la barba incolta che lo invecchia di qualche anno c'è Walter, classe 1965. E' nato a Stampace alto da genitori che non ha mai conosciuto: un valzer in diversi orfanotrofi della città e poi, a sei anni, l'affidamento a una famiglia.
Il carattere irrequieto lo ha costretto al carcere dall'età di 18 anni: poi un matrimonio, finito con la morte di lei e della loro unica figlia. Il manicomio, criminale e civile, e la strada. L'elemosina alla chiesa di San Lucifero è tutto ciò che gli resta, oltre agli amici del garage e ai volontari. La mezzanotte è passata da un po': i City Angels tornano alla base. Gli zaini sono vuoti, ma il loro cuore no. Si è arricchito della povertà altrui.
Michela Seu