Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Costi troppo elevati, se smontiamo è finita»

Fonte: L'Unione Sarda
17 dicembre 2012


REAZIONI. I gestori dei chioschi
Imprenditori disperati
 

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«Se sarò costretta a smontare il chiosco penso che non riuscirò più a riaprire a causa dei costi». È una presa d'atto lucida e pessimista quella di Valeria Demontis, gestore del “Sesta Area”. Nelle sue parole non c'è solo rabbia ma anche paura per il futuro, legata alle scarse speranze che la decadenza della concessione, notificata dal Comune, possa essere revocata e si eviti di mettere in ginocchio le attività commerciali.
 

IL FUTURO «Abbiamo affidato la pratica agli avvocati», spiega Maurizio Marongiu del Twist, «ma è ancora presto per poter trarre conclusioni». Rimane, però, «il senso di scoraggiamento per le difficoltà nel gestire un'attività sulla spiaggia». Adesso bisogna aspettare l'approvazione del Pul (Piano di utilizzo dei litorali), e «sperare che qualcosa cambi poiché smontare la struttura ci metterebbe in ginocchio». Valeria Demontis focalizza l'attenzione sui posti di lavoro che si perderanno. «Io in alta stagione ho sei dipendenti».
Alessandro Cogoni, della “Sella del diavolo”, parla della revoca della concessione come di un «fulmine a ciel sereno». «La situazione è paradossale. Da mesi stavamo cercando di avere delle proroghe, e ora ci arriva questa comunicazione. Una mazzata».
 

CLIENTI SCONCERTATI Il futuro non convince nemmeno i clienti che si recano ai chioschi per la pausa pranzo. «La chiusura invernale non giova a nessuno», spiega Luca Frau, «e non ci fossero i chioschi questa spiaggia sarebbe deserta. È una cosa negativa anche per i dipendenti».
I COSTI Ma sono soprattutto i costi di smantellamento dei chioschi, costati 120 mila euro, a spaventare gli imprenditori del Poetto. «Saranno altissimi», spiega ancora Demontis, «anche perché dovremo scollegare tutti gli impianti dopo che sono stati realizzati a norma».
 

LA TRATTATIVA L'obiettivo è riuscire a trovare una soluzione rispettosa delle regole e, allo stesso tempo, non traumatica per le attività. «Auspichiamo di trovare un punto d'incontro con l'amministrazione comunale», sottolinea Walter Casula, gestore del Calypso. «Siamo per le regole, ma speriamo che si possa trovare una soluzione per non smontare le strutture».
Matteo Sau