Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Comune deve aiutarmi»

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2012

SAN MICHELE. I lavori per rendere la stanza accessibile costano troppo:

 Invalida al 100%, bagno off-limits
Il dramma di una donna che abita in una casa comunale di via Podgora
In attesa che partano i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza delle case comunali, nelle vie La Somme e Podgora si moltiplicano i “casi umani” di persone anziane costrette a vivere in condizioni di disagio.
Archiviata positivamente, nel dicembre scorso, la triste vicenda della 92enne Giuseppa Loi, costretta a vivere per anni in una casa-tugurio, ma poi trasferita dal Comune nella struttura protetta di Terramaini, nei giorni scorsi è venuta alla luce un'altra storia drammatica che impone un intervento da parte di Comune e Asl. Maria Rosaria Rocca, 61 anni, invalida al 100%, obesa e collegata 24 ore su 24 a una bombola di ossigeno, non può più lavarsi. Fatica a deambulare e il bagno della sua casa di 42 metri quadri è diventato inaccessibile per lei. Oltre a essere minuscolo (appena tre metri per tre con i servizi quasi attaccati), presenta un gradino che le impedisce di raggiungere il vano doccia. La figlia, Alessandra Martis, si danna l'anima ogni giorno nel tentativo (quasi sempre vano) di aiutare la madre.
Per risolvere il problema il bagno dovrebbe essere ristrutturato e reso a misura di disabile, ma la famiglia Martis-Rocca, residente da 52 anni in via Podgora 5, non dispone dei soldi necessari, dato che l'unica fonte di reddito è la pensione del capofamiglia, Lino Martis. «Chiediamo aiuto al Comune», dice la figlia Alessandra, «perché mia madre non può vivere così. In bagno servono modifiche strutturali». Delle istanze della famiglia si è fatto carico Silvio Pinna, portavoce del Comitato spontaneo di quartiere, che si è impegnato a sottoporre il caso agli uffici comunali competenti.
«Il problema della signora deve essere risolto al più presto», afferma, «stesso discorso per tante altre situazioni di disagio dovute alle precarie condizioni di queste case che in oltre mezzo secolo non sono mai state ristrutturate». Sono numerosi gli inquilini che hanno già presentato al Comune regolare istanza per la sistemazione di porte, infissi o impianti. «Alcuni sono stati accontentati, altri sono in attesa da più di due anni. L'ordine delle domande non sempre viene rispettato e questo crea malumori e tensioni. Chiediamo più attenzione e soprattutto rispetto delle regole». (p.l.)