Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Shopping storico in agonia

Fonte: Sardegna Quotidiano
16 aprile 2012

 Commercio

 

LA CRISI Numeri devastanti per i vecchi negozi del centro. Confesercenti: pochi servizi e affitti ormai alle stelle

“Sconti per cessazione d’attività”, “Saldi al 50% per chiusura locale”, “Svuotiamo tutto”. Via garibaldi, storica via dello shopping cagliaritano, è tappezzata di condanne a morte per i negozi. E accanto alle attività in agonia ci sono quelle che quella fase l’hanno già passata, senza salvarsi: chiusi i numeri civici 92 e 94, lo stesso al 73, deserti il 76 e il 74. ANALISI DI CONFESERCENTI

Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confeserecenti, non usa tanti giri di parole per descrivere la crisi che falcia senza pietà le attività commerciali cittadine: «È drammatica », afferma, «rischiamo di arrivare al punto di non ritorno». Ed ecco i numeri della catastrofe: 27 i punti vendita spariti tra via Manno e via Garibaldi nel 2011. Dato che fa il paio con il crollo delle vendite stimato per lo stesso anno intorno al meno 20 per cento. E per il 2012 le previsioni non sono positive: «Toccheremo il 30 per cento di calo», stima ancora Bolognese. Un motivo è noto: la crisi con relativa perdita del potere d’acquisto delle famiglie che vede ridotto all’osso il risparmio.

I COSTI INSOSTENIBILI

Ma non solo: sotto accusa anche i costi. Aumentati in maniera vertiginosa, non consentono al piccolo commerciante di sopravvivere. Lo spiega con semplicità Enrico Angius, due negozi di abbigliamento sportivo sparsi tra via Sonnino e via Garibaldi che presto diventeranno solo uno. «Ormai non ce la faccio più a mantenerli », dice, «gli affitti sono schizzati alle stelle insieme ai costi della merce e delle bollette. L’aumento dell’Iva è stato deleterio. Avevo tre dipendenti, ora ne ho solo due. Sto trasferendo tutto in una solo locale con la speranza di risparmiare almeno sulle spese” » E insieme alle buste paga inghiottite dalla perdita del lavoro o limate per le tasse che sembrano non finire mai, spariscono anche i clienti abituali. Gabriella Carrus è un’i n s egnante in pensione: «Ogni anno compravo qualche capo d’abbigliamento sempre nello stesso negozio. Quest ’anno ho deciso di rinunciare: dalle pensione mi hanno tolto 200 euro, quella spesa è un lusso che non mi posso permettere». Insieme alle attività chiuse sono spuntati come funghi i “Compro oro”: alcuni in via Garibaldi, ma tutto il centro è pieno. «Sono la cartina tornasole delle tante persone in difficoltà», rivela ancora Bolognese. Che se la prende anche con il caro- affitti dei locali: «Sono drogati dai franchising, grossi punti vendita che sono disposti a pagare prezzi alti. Così pariscono i nomi storici del commercio cagliaritano».

CARENZE SOTTO ACCUSAPer il numero uno della Confesercenti cagliaritana «la città sconta il prezzo altissimo della mancanza dei servizi. Mancano posteggi e piazze, il tutto favorisce i centri commerciali. Per questo dobbiamo importare clienti». Altro punto debole è «la carenza di qualsiasi strategia di programmazione. Di tutto questo per il momento non vediamo nulla. Gli sforzi vanno fatti in questa direzione, siamo disposti a sederci con chiunque intorno ad un tavolo per affrontare i problemi». Francesca Ortalli

IL CONSORZIO

«Molti problemi di liquidità e troppi balzelli»Franco Fozzi è presidente del Consorzio Insieme. Anche per lui la crisi delle attività commerciali «è molto preoccupante». I numeri raccontano di un calo stimato intorno al 25 per cento ma molti commercianti toccheranno il 30. E la diminuzione degli affari è la causa della moria di negozi in pieno centro: «Otto quelli chiusi negli ultimi giorni solo in via Dante, trenta invece quelli con le serrande abbassate nel resto del centro », denuncia. I motivi sono diversi e non riguardano soltanto la perdita del potere d’acquisto delle famiglie a causa della crisi. «Uno dei problemi che un commerciante oggi deve affrontare è la mancanza di liquidità», spiega, «non importa se abbiamo conti aperti da vent’anni, ormai siamo solo dei numeri». Ma non va meglio neanche sul fronte tasse: «Siamo sommersi da una miriade di balzelli », continua ancora Fozzi, «chi ha un’attività si trova nelle condizioni di dover scegliere cosa pagare. Senza contare gli aumenti vertiginosi di tutte le spese». Altro nodo cruciale è la mancanza di servizi nel cuore di Cagliari. «Per rendere la città più appetibile servono i centri naturali. Tutti parlano dei negozi del vicinato ma il cittadino che si sposta nelle strade dello shopping», continua ancora il presidente del consorzio, «non sa dove lasciare l’auto. Senza contare che le strade sono in condizioni pietose. Le vie del centro sono deserte, si sono svuotate perché la gente si trova meglio nei centri commerciali». La svolta potrebbe arrivare con la pedonalizzandone totale di via Manno e via Garibaldi. Per questo Fozzi sta preparando una petizione da far firmare ai suoi colleghi. L’obiettivo è quello di «chiedere all’amministra - zione comunale di liberare dal traffico queste aree». Una delle ricette per uscire dal pantano sarebbe quella di «rendere appetibili le strade storiche del commercio cagliaritano». E lo si può fare soltanto «facendo rete con gli altri operatori. Abbiamo bisogno di attirare clienti nei nostri negozi». F. O.